Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici italiana o avessero prestato serv1z10 in modo soddisfacente nell'amministrazione italiana per un periodo di almeno tre anni. Virtualmente non c'era nessun !edesco con questi. re– quisiti. Ne segui che soltanto italiani potevano coprire il posto di segretario comunale. Questi segretari comunali italiani - spesso provenienti dal Mezzogiorno - lavoravano dando colpi alla cieca in ambienti che erano per essi misteriosi. Un corrispondente del Manchester Guardian (9-X-1937) riferi che in un paese, in conformità alla politica d'italianizzazione, era stato posto un medico che non capiva il tedesco. Il sindaco - funzionario fascista - disse: "Neppure il veterinario può farsi ca– pire dai suoi pazienti, e tuttavia non trova che questo costituisca .un ostacolo alla sua f . ,, pro ess10ne. · Per travestire il paese in italiano, non bastava importare funzionari italiani. Era necessario importare anche operai e contadini italiani. Il 27 febbraio 1927 Mussolini fece la seguente dichiarazione in un'intervista col Petit Parisien: "Tutti gli impiegati delle poste e delle ferrovie sono italiani, e proprio ora stiamo insediando là un gran numero di famiglie italiane. Un migliaio di famiglie di ex combat– tenti saranno mandate nell'Alto Adige per dare impulso alla bonifica. Abbiamo insediato 400 famiglie italiane a Merano, dove ci sono industrie di nitrogeno, e alcune altre cen– tinaia saranno impiegate nelle miniere di zinco vicine a quella città. In questo modo riusciremo ad italianizzare il paese." E il 3 marzo 1928 in una dichiarazione ufficiale: "Trecentosettantasei sono ancora gli impiegati alloglotti nella città di Bolzano e seicentosessantaquattro nella provincia. Continuando la campagna anti-italiana di oltre Brennero, le persone, che parlano 'una lingua straniera,' saranno poste prossimamente al bivio: o trasferimento in altra provincia del Regno od esonerati e sostituiti" (Discorso del 3-III-1928). Parlava cosi per dimostrare che "non esisteva una pressione contro i costumi, la lingua e le tradizioni locali." Dimenticò di spiegare quanti funzionari parlavano sola– mente italiano. E si astenne dal notare che gl'impiegati, che parlavano tedesco a Bol– zano e nella provincia, erano quasi tutti portalettere. Dei periodici tedeschi, che si pubblicavano una volta nel Tirolo meridionale, ne sopravvivevano, nel 1931, solamente otto, settimanali, quindicinali o mensili, attentamen– te sorvegliati dalle autorità politiche e dai rappresentanti del Partito fascista: erano sem– plicemente giornali fascisti stampati in tedesco. L'8 settembre 1928 il Prefetto della provincia di Bolzano mandò a Mussolini un bollettino che annunciava i II brillanti" risultati della II politica lealmente fascista, fiera– mente intollerante anche delle piu lievi infrazioni al sacro principio della nazionalità italiana," che egli aveva conseguito nei primi diciotto mesi della sua carica: "Il bianco e rosso della bandiera tirolese sono scomparsi da case e botteghe. Non un solo luogo di pubblica riunione in tutto l'Alto Adige - dal piu lussuoso al piu umile, tanto nelle città quanto nei piu remoti villaggi - è privo dei ritratti della famiglia reale e del Duce." In un'intervista col Popolo d'Italia (28-XI-1928), Giarratana, luogotenente di Mus– solini nella provincia di Bolzano, annunciò che oramai quasi metà della popolazione ca– piva l'italiano. La crescente forza e grandezza dell'Italia fu dimostrata da una prova, che non am– metteva dubbi. Nelle elezioni generali del maggio 1921, il 90% dei 46.192 elettori iscritti nel Tirolo meridionale si era recato alle urne; 36.574 elettori avevano votato per i candi– dati tedeschi; e i fascisti non avevano neppure preso in considerazione la possibilità di presentare candidati propri in una regione cos1 solidamente tedesca. Nelle elezioni del– l'aprile 1924, tenute in un regime di terrore, il numero dei votanti era sceso al 64%, 708 BiblotecaGino Bianco

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