Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici non capivano i contadini bavaresi, e per conseguenza l'insegnamento scolastico doveva essere impartito loro in italiano e non in tedesco. 6 Con lo stesso ragionamento, q~ando il Trentino di lingua italiana faceva parte dell'Impero austriaco, i nazionalisti tedeschi avrebbero potuto dire che i contadini del Trentino non capivano i contadini piemontesi piu di quanto capissero quelli del Tirolo, e quindi si sarebbe dovuto impartire loro l'insegnamento scolastico non in italiano, ma in tedesco. Per molti anni il nuovo To– lomeo aveva elaborato la tesi che la maggior parte della popolazione .flel Tirolo meri– dionale era costituita da latini, i quali avevano dimenticato la loro origine ed erano diventati tedeschi. Bisognava, dunque, "recuperarli." Per sostenere il suo punto, in– ventò un "sostrato" latino "piu antico" o "piu genuino" per ogni nome locale tede– sco. Queste fantasie erano state sempre considerate dalle persone di buon senso quali in– nocue debolezze di un fanatico provinciale. Dopo la Marcia su Roma, il nuovo To– lomeo diventò uno dei piu influenti consiglieri del Governo. Scopri che di 16.800 nomi locali da lui raccolti, i piu non erano altro che nomi latini degenerati, e smaniosi di ritornare alle origini. 7 È probabile che sotto i sostrati latini, un glottologo scimmia avrebbe trovato sostrati scimmieschi. Guidato da un cosi bene informato consultore, il Governo italiano, con un de– creto del 29 marzo 1923, ordinò che nomi italiani sostituissero i nomi locali tedeschi. Fino allora si era sorriso degli sforzi febbrili del Tolomeo redivivo per scoprire "so– strati" italiani in nomi quali Birchabruck. Da allora in poi, Sterzing diventò "una lo– calità sconosciuta" dopo essere stato ribattezzato Vipiteno, "substratum italiano." Rap– persbickl fu battezzato prima Colcorvaro e poi Colle Renon. Wolfsgruben fu travestito in Costalovara, Kohlern in Colle, e cosi via. Una grottesca inondazione di falsifica– zioni escogitate al lume della lucerna da uno sciagurato nel cui spirito dormivano non uno ma ,mille milioni di sostrati hitleriani, sommerse le spontanee creazioni mediante cui la immaginazione popolare aveva collegato bisogni, memorie, fantasie, a fiumi, tor– renti, boschi e valli. Se voi andate in Toscana, e ribattezzate Costalovara in Wolfsgruben e Colcorvaro in Rappersbickl, i contadini toscani penseranno che vi ha dato di volta il cervello. E se l'ufficio postale rifiuta di consegnare loro le lettere perché i nomi dei villaggi sono diventati da un giorno all'altro sconosciuti, sentenzieranno che l'impie– gato postale è un delinquente. Un decreto del 3 agosto, sopprimendo il nome "Tirolo meridionale," ordinò che si dovesse usare soltanto il nome "Alto Adige"; temporaneamente era concesso dire "Ob h" "S d T. l" "D h . l" "T. 1 " . I eh· eretsc , ma u 1ro eutsc uro e iro er ma1, a nessun patto mn- que continuasse ad usare quei termini peccaminosi, sarebbe stato punito col massimo di un mese e una multa dalle 20 alle 300 lire. 8 Un altro decreto del 3 settembre 1923 dichiarò illegali le società e circoli turi- alla Dieta di Innsbruk, Dordi, domandò nel 1891 l'autonomia dal Tirolo degli italiani "da Ala a Salorno." Guglielmo Ranzi, il promotore del monumento a Dante in Trento, nel 1896, affermò che il significato di quel monumento era: "a tutta la nazione tedesca a Bolzano opporre tutta la nazione italiana a Trento." Tolomei ci fa sapere che ancora nel 1906 Battisti era "non persuaso" del programma propugnato dal Tolomei (Memorie di vita, p. 268); ma non ha mai sentito parlare della opinione manifestata da Battisti nel 1912, e afferma che nel 1915 Battisti "aderiva alla riven– dicazione dell'Alto Adige" e domandava "la barriera alpina a guardia dell'Alto Adige" (p. 322, 326); e ci sono lettere scritte da Cesare Battisti nel 1915 (p. 591) - lettere che non sono state, che io sappia, mai pubblicate. Per conto mio, posso attestare che nei primi mesi del 1915 io do– mandai a Battisti quale era la sua opinione sulle ragioni strategiche per le quali si domandava l'an– nessione dell'Alto Adige all'Italia. Battisti mi rispose che i monti, i quali dividevano l'Alto Adige dal Trentino avrebbero formato un'ottima frontiera strategica, ma lui pensava che se dovessero su– bentrare polemiche, le quali in quel momento avrebbero diviso e disorientato gli interventisti, que– sti dovevano tenersi stretti insieme per ottenere l'intervento dell'Italia nella guerra, e non occuparsi di altro. [L'originale della lettera era in possesso di Salvemini ed ora sembra sia andato smar– rito, secondo i controlli fatti dal curatore dell'epistolario salveminiano Euro Tagliacozzo. Cfr. CESAREBATTISTI, Epistolario, I, 387, Firenze, la Nuova Italia Editrice 1966 - N.d.C.] 6 Archivio per l'Alto Adige, 1929, p. 83. 7 Memorie di vita, p. 583. 8 Il codice penale fascista, che entrò in vigore il 1° luglio 1931, elevò il massimo della pe– na per questo "delitto" a tre mesi di detenzione e ad una multa di 2000 lire. 704 ·siblotecaGino Bianco

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