Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Le minoranze nazionali sotto· il regime fascista dente che la daremo anche piu generosamente a quelli che diventano cittadini italiani. Questo punto non fu discusso a Rapallo perché chi negoziava con noi conosceva la no– stra buona fede" (Vive approvazioni, applausi). La Camera, nell'approvare il Trattato di Rapallo, votò un ordine del giorno pro– posto dal relatore, ex primo ministro Luzzatti: "La Camera esprime il desiderio che i buoni rapporti tra l'Italia e la Jugoslavia proclamati a Rapallo si sviluppino nell'interesse comune e dei due popoli pacificati e dell'Europa, e confida che le minoranze nazionali che rimangono entro il confine dei due paesi godranno l'uso della loro lingua, cultura e religione, e saranno trattate col profondo rispetto richiesto dalla loro particolare situazione." Proprio in quel momento l'Italia stava per essere travolta nel vortice del fascismo. Il contraccolpo della nuova situazione fu sentito non solo dagli slavi della Venezia Giulia, ma anche dai tedeschi del Tirolo meridionale. La data del 24 aprile 1921 ebbe per i tedeschi del Tirolo meridionale lo stesso significato che ebbe per gli slavi della Venezia Giulia il 13 luglio 1920. Una "spedizione punitiva" guidata da Starace - che doveva essere segretario del Partito fascista dal 1931 al 1939 - si abbatté su Bolzano, e attaccò con bombe a mano una dimostrazione di tedeschi uccidendone uno e ferendone quarantotto. Il giorno seguente nel Popolo d'Italia Mussolini invitò il pub– blico italiano a "schiacciare i crani tedeschi" e annunciò che già "un migliaio di scar– poni fascisti si allenavano per questo compito." Eletto deputato nel maggio 1921, re– clamò "la sua parte di responsabilità morale" per l'impresa del precedente aprile e spiegò che il fascismo aveva inteso "fissare i confini oltre i quali non intendeva permet– tere ai tedeschi di avanzare." Mentre le spedizioni punitive, apertamente favorite dalle .autorità militari, si mol– tiplicavano, le autorità civili abbandonarono la politica imparziale del 1919 e 1920. Nella seconda metà del 1921 cominciarono .a costringere le famiglie italiane .a ritirare i loro figlioli dalle scuole tedesche, e a mandarli nelle scuole italiane recentemente fon– date, considerando italiane non solo le famiglie che liberamente si dichiaravano tali, ma anche quelle che .avevano cognomi che le autorità stesse decidevano essere di ori– gine italiana. Dopo la Marcia su Roma (ottobre 1922), gli stessi metodi, che prima della guerra .avevano sollevato l'opinione pubblica del mondo civile contro il mal governo russo in Finlandia ed in Polonia, contro i tentativi prussiani di snazionalizzare polacchi, danesi e alsaziani, e contro l'oppressione magiara sui rumeni e sugli slavi, furono sistemati– camente applicati dai fascisti italiani e tedeschi, sloveni e croati. Anzi furono esage– rati al punto da rasentare il grottesco e l'assurdo. I greci del Dodecanneso furono fatti partecipi delle sventure dei tedeschi e degli slavi. Perfino agli abitanti di lingua fran– cese della Val d'Aosta fu ordinato di dimenticare la lingua materna: benché apparte– nessero al Piemonte da secoli, e non ci fosse stato mai alcun dubbio sul loro .attac– camento all'Italia; l'uragano della brutalità fascista non li risparmiò. II - Come il Tirolo meridionale diventò italiano L'uomo, che escogitò gli strumenti piu raffinati per tormentare le minoranze na– zionali in Italia, fu Ettore Tolomei. I suoi ammiratori gli .attribuirono il merito di avere "creato" l'Alto Adige,4 e lui ha accettato senza riserve quella gloria. Prima che lui "creasse" un Alto Adige abitato da italiani, nessuno si era mai avvisto che esistesse un Alto Adige siffatto. 5 Si deve a lui la scoperta che i contadini del Tirolo meridionale 4 Memorie di vita, p. 453. 5 Nel 1901, Cesare Battisti scrisse: "Noi riterremmo stoltezza vantar diritti su Bolzano e su Merano"; e nel 1912 poneva "le porte trentine d'Ita)ia" sotto Salorno. Il deputato trentino 703 · BiblotecaGino Bianco

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