Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La conquista di Corfu saluto con le flotte interalleate, e non con la sola flotta italiana (la quale per conseguenza non avrebbe avuto alcun motivo di-non ricambiare il sa– luto prima del tramonto); una Commissione nominata dalla Conferenza degli ambasciatori, e non il solo addetto militare italiano, avrebbe "sorve– gliato" ma non "assistito" all'inchiesta, e ne avrebbe riferito alla Conferenza degli ambasciatori, e non a Mussolini; era tolto il limite di cinque giorni; il Governo italiano avrebbe ricevuto dal Governo greco un'indennità, la cui misura sarebbe stata .fissata dalla Corte Permanente di Giustizia Internazio– nale dell'Aja; frattanto il Governo greco avrebbe depositato la somma di 50 milioni di lire, sulla quale sarebbe stata pagata l'indennità in base alla decisione della Corte dell' Aja. Il Governo greco aderf immediatamente. E Mussolini magnanimamente annunciò che aveva notato "con soddisfazione" che "le domande presentate alla Grecia dalla Conferenza degli ambasciatori erano sostanzialmente iden– tiche a quelle dell'Italia." In conseguenza "riconfermò" la sua intenzione di evacuare Corfu, ma solo dopo che la Grecia avesse adempiuto "tutte le condizioni stabilite." Ma il 15 settembre il New York Times pubblicò la seguente informa– z10ne: Il Primo Ministro Mussolini ha acconsentito all'evacuazione di Corfu dopo la visita degli incaricati d'affari britannico e francese... Le ragioni dell'improvvisarnentc mutato atteggiamento non sono chiare, ma pare certo che Inghilterra e Francia abbiano fatto notevole pressione su di lui per persuaderlo a non complicare le cose senza ne– cessità con asssumere un atteggiamento troppo intransigente. Nel numero del 18 settembre il New York Ti'mes parlò nuovamente di "forte pressione esercitata dall'Inghilterra per ottenere che fosse stabilita la data dell'evacuazione." Questa pressione fu rafforzata da varie unità della flotta britannica, che furono esonerate dal servizio nei Dardanelli e appo• state in vicinanza di Corfu, per quanto il Governo britannico ufficialmente affermasse che non c'era "nulla di vero" nella notizia che la Botta britan• nica del Mediterraneo avesse ricevuto l'ordine di trasferirsi nelle ac·que del mare Jonio. In cambio Mussolini ottenne dalla Conferenza degli ambasciatori che la Grecia gli pagasse subito la somma di 50 milioni e non disturbasse la Corte dell'Aja. L'evacuazione ebbe luogo con lodevole puntualità nel giorno stabilito, 27 settembre. La vigilia, due navi italiane si erano ancorate nel porto di Cor– fu, cariche di cemento e mattoni che dovevano servire alla costruzione di baracche per le truppe italiane nell'isola. La marina si riportò a casa quei materiali, piu una provvista di francobolli con l'iscrizione "Corfu," che st~vano per essere messi in vendita. I colpevoli, la cui esecuzione capitale avrebbe dovuto aver luogo "entro cinque giorni" sono tuttora ignoti. Nel corso della controversia la stampa italiana aveva denunciato quale "assassino" 47 BiblotecaGino Bianco

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