Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendice B Le minoranze nazionali sotto il regime fascista ·. I - Promesse non impegnative Quando le truppe italiane occuparono il Tirolo meridionale, come lo chiamavano i tedeschi, o Alto Adige, come lo chiamavano gl'italiani, alla fine della guerra 1914-18, il loro comandante, generale Pecari Giraldi, annunciò in un proclama del 18 novem– bre 1918 che lo Stato italiano, "fondato sui princip1 di libertà e di giustizia," avrebbe saputo "trattare con equità e con amore i cittadini suoi di altro idioma"; "l'Italia è alie– na da ogni spirito di sopraffazione verso i cittadini di altre lingue, coi quali, invece, intende stabilire rapporti di fratellanza"; "saranno istituite scuole bilingui in luoghi di popolazione mista"; "i comuni potranno mantenere, fra i cittadini di idioma tedesco, scuole popolari tedesche, e sarà data facoltà alle scuole private e confessionali già esi– stenti, di mantenere la lingua d'insegnamento tedesca, premesso che i programmi e i libri di testo non siano in contrasto colla dignità e coi diritti dell'Italia"; l'Italia "nella qti'ale è piena la libertà del pensiero e della parola, intende consentire ai citta– dini d'altro idioma il mantenimento di proprie scuole, di propri is_tituti ed associazioni." Il 6 agosto 1919 il primo ministro Nitti fece la seguente dichiarazione alla Ca– mera dei Deputati: "Le istruzioni che ho date (ai Governatori dei territori già in possesso dell'Austria) sono di seguire una politica di libertà, giustizia e calda simpatia per le persone di un'altra razza. Esse devono avere la sensazione che l'Italia non desidera la snazionaliz– zazione degli slavi. L'Italia è un paese democratico." Quando il Trattato di Saint-Germain-en-Laye (10-IX-1919) assegnò il possesso del Tirolo meridionale all'Italia la nota, in cui le Potenze vincitrici comunicavano il testo del trattato al Governo austriaco, non mancò di segnalare che "il Governo italiano in– tendeva adottare una politica molto liberale verso i suoi nuovi sudditi di razza germa– nica, per quanto riguardava la lingua, la cultura e gl'interessi economici." Il 21 settembre 1919, il ministro degli Esteri italiano, Tittoni, fece la seguente di– chiarazione alla Camera dei Deputati: "Sappiano le minoranze nazionali annesse al nostro paese, che noi aborriamo da qualsiasi tentativo di oppressione o di snazionalizzazione; che la loro lingua e le loro istituzioni culturali saranno rispettate; che i loro rappresentanti amministrativi godranno tutti i diritti della nostra costituzione libera e democratica; che i loro delegati politici saranno accolti cordialmente nel parlamento italiano, il quale li ascolterà con deferen– za, quando parleranno in nome delle popolazioni, che rappresentano. Possiamo assi– curare fe popolazioni dell'Alto Adige che esse non faranno mai l'esperienza di quell'ar– bitrato e poliziesco regime di persecuzione, a cui per molti anni l'imperiale Governo 700 BiblotecaGino Bianco

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