Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici quale si prestò a figurare come finanziatore. E cosi Mussolini ricevette, fra l'altro, le pri• me 100.000 lire dalle Messaggerie Francesi, la cui filiale in Italia era diretta da Giulio Calabi, che mi riferi la cosa, asserendo di aver versato la somma sotto il titolo di anti– cipazione su pubblicità da farsi nel giornale ... Ma il versamento non bastava, occorre– vano altri denari, altri aiuti che Mussolini ottenne ... Il Popolo d'Italia ebbe sempre l'ap– poggio del Governo francese, a mezzo anche del ministro socialista e massone Sembat." Qui Pontremoli dà la storia della v1s1ta Compolonghi, Roberto, De Ambris a Gue– sde e della busta da questi consegnata a De Ambris, e la notizia che chi portava men– silmente i denari del Governo francese a Mussolini era il ferroviere Clerici "il quale la prima volta li consegnò in franchi" e "dovette dopo alcuni anni pagare, con un oc– chio perduto, per aver parlato troppo." C'è nel racconto di Pontremoli, un errore di memoria. La riunione, da cui usd il manifesto del Partito socialista per la neutralità assoluta, ebbe luogo a Milano il 3 agosto 1914; la riunione di Bologna ebbe luogo il 18 ottobre successivo, e in essa il nuo– vo atteggiamento di Mussolini fu condannato dalla direzione del Partito. 3 Conclusione Il silenzio di Mussolini nel 1919, la dichiarazione di Luchaire, il silenzio di Cachin, la mezza ammissione del fratello di Mussolini, le affermazioni di De Ambris, Campo– longhi e Roberto, e la testimonianza di Pontremoli, forniscono motivi sicuri per con– fermare le affermazioni di Torrès, Renaudel e Faure. La dama d'onore di Mussolini, signora Sarfatti, scrivendo Dux, respinge (p. 163) la incredibile calunnia che Mussolini avesse ricevuto "oro francese," con la motivazio– ne che il giornale fu fondato grazie a un accordo con un'agenzia di pubblicità, e un prestito di 4000 lire. Inoltre la sede del giornale era formata soltanto da due misere ca– mere e quattro sedie. La "convinzione sicura come un istinto" della signora Sarfatti s'era formata nel 1914 in base a queste prove. (Queste parole non compaiono nell'edi– zione americana, The Life of Benito Mussolini, p. 203.) Quattromila lire non sarebbero bastate neppure a pagare la carta necessaria per il primo numero del giornale. E nessuna agenzia di pubblicità avrebbe rischiato il suo denaro in un giornale con un capitale d'impianto complessivo consistente in 4000 lire e quattro seggiole. D'altra parte il giornale di Mussolini non poteva avere una sede lus– suosa, se si voleva evitare che aumentasse il numero di coloro, i quali chiedevano: "Chi paga i conti?" L'unico elemento rilevante nella "convinzione" della signora Sarfatti, è che nel febbraio 1915 un giud d'onore sulle origini dei fondi di Mussolini arrivò alla conclu– sione che il giornale era stato reso possibile da un contratto con un'agenzia di pubbli– cità; e quando quell'agenzia ritirò il suo appoggio, "parenti e amici," tutti favorevoli all'intervento dell'Italia in guerra, entrarono a far parte dell'impresa (DE BEGNAC, Vita di Benito Mussolini, III, pp. 603-609). Sarebbe la Commissione arrivata alla stessa con– clusione se avesse avuto sott'occhio le testimonianze di Luchaire, Arnaldo Mussolini, De Ambris, Pontremoli? Il biografo ufficiale di Mussolini, De Begnac, non ebbe mai nessun dubbio the le origini finanziarie del giornale fossero "delle piu pure" (III, p. 395), ~d elegantemente 3 Nel 1929 Maria Rygier - prima sindacalista, poi anarchica, poi nazionalista, poi antifa– scista, poi non so piu che cosa - pubblicò in Francia un opuscolo, nel quale raccontò di avere lei stessa consigliato a Barrère, nell'estate del 1914, di fondare a Milano un quotidiano socialista devoto alla causa dell'Intesa antigermanica, e di avergli proposto come direttore, non Mussolini, ma "un noto sindacalista" (De Ambris?). Quando apprese che il direttore del nuovo quotidiano sa– rebbe stato Mussolini, essa concepf viva ammirazione per la diplomazia francese, "ben sapendo che questa conversione le era costata un grosso rotolo di biglietti da mille." La Rygier non spiega da quale fonte sia stata informata su quel "rotolo." 698 Bibloteca Gino Bianco

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