Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

{ l . . "l' I ,, fv. usso wi e oro rancese: plico al compagno Mussolini. Contiene il contributo mehsile che i compagni francesi mandano al suo giornale per la campagna interventista.' Io, De Ambris e Campolonghi rimanemmo interdetti. Ricordo che Campolonghi si alzò, si avvicinò ad una finestra e si mise a tamburellare con le dita sul vetro. Fui io il primo a rimettermi dalla sorpresa. Avevo allungato la mano per ricevere il plico. Ma dopo le parole pronunciate da Guesde, lo deposi nuovamente sulla scrivania e dissi: 'Mi dispiace, compagno, ma io non ho al– cuna veste per ricevere questo denaro. Evidentemente c'è un equivoco.' Silenzio generale. Poi Guesde tentò di spiegare. Il denaro non proveniva dal Governo. Erano i compagni socialisti che, desiderosi di contribuire alla propaganda interventista del Popolo d'Italia, si erano tassati volontariamente per assicurare una base finanziaria al giornale. Io insi– stetti ancora, benché cortesemente, nel rifiuto di accettare il plico. Ma De Ambris per troncare l'impaccio generale, disse che non aveva alcuna difficoltà di incaricarsi lui stesso di consegnarlo a Mussolini al nostro ritorno in patria. Usciti dal Ministero, ci fu una lunga discussione con De Ambris. Campolonghi dette ragione a me, e lo rimproverò di aver accettato il plico. De Ambris si difese dicendo che era bene che Mussolini sapesse che noi eravamo al corrente che egli riceveva denaro dalla Francia, perché avremmo potuto meglio controllarlo. La cosa ebbe uno strascico la sera stessa. Sul portone della casa di Campolonghi, rientrando trovammo un certo Alessandro Clerici, grande amico di Mor– gagni, amministratore del Popolo d'Italia. AI nostro sopraggiungere ci venne incontro, e con parole concitate si rivolse a De Ambris dicendogli che Guesde aveva equivocato, con– segnandogli un plico per Mussolini, che invece avrebbe dovuto essere affidato a lui. Lo pregava quindi di rimetterglielo. De Ambris si rifiutò di farlo, aggiungendo che il plico l'avrebbe consegnato solo al destinatario. E inutili furono le insistenze del Clerici, il quale se ne andò evidentemente contrariato." Né Campolonghi né Roberto aggiunsero nelle loro lettere, come era ovvio, che il fatto fu tenuto segreto per non provocare uno scandalo, il quale avrebbe screditato il movimento interventista in Italia. Quanto ad Alceste De Ambris, egli era morto quando fu pubblicato il libro di Mar– vasi nel 1938. Ma nel 1930, mentr'era rifugiato in Francia, scrisse un libro: Mussolini - la leggenda e l'uomo, nel quale (p. 26) si leggeva: "La maggior parte della gente trova abominevole Mussolini perché. accettò denaro dal Governo francese per fondare il Popolo d'Italia. Ma non fu questo il lato abomine– vole del fatto. Se Mussolini fosse stato interventista fin dal principio, o se fosse diven– tato interventista senza calcolo personale, noi non lo qualificheremmo colpevole per aver accettato in seguito del denaro. Quando uno segue la via, in cui lo guida la sua coscienza, può anche accettare un aiuto offertogli che gli renda piu facile raggiungere lo scopo. La profonda, radicale e imperdonabile immoralità di Mussolini consiste nel fatto che egli deviò dalla sua strada, apposta, per guadagnare un vantaggio personale." De Ambris cita la relazione di Rocca quale sua prima fonte. Ma le dichiarazioni di Campolonghi e di Roberto dimostrano che egli parlava anche in base a cognizione di pnma mano. 5. Giuseppe Pontremoli, che era nel 1914 direttore del Secolo di Milano, e per– fettamente in grado di conoscere quello che avveniva negli ambienti italiani francofili, ha scritto, nel Mondo del 25 marzo 1950, quanto segue: "Dopo la famosa riunione di Bologna da cui usd poi il violento manifesto del Partito socialista per la neutralità assoluta, il cui testo (come ripetutamente asserirono Treves e Turati) fu stilato da Mussolini, questi ebbe alla sera un lungo colloquio con l'on. Marce! Cachin, deputato socialista francese e massone, che era venuto in Italia per cercare di rendere il Partito socialista italiano favorevole all'intervento ... Nel corso delle trattative che seguirono, comparve Filippo Naldi, tipo di avventuriero internazionale (che allora era interessato nel Carlino e che teneva dubbi rapporti anche con l'estero) il 697 BiblotecaGino Bianco ,.

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