Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

l . . "l' f ,, Musso tnt e oro rancese 100.000 franchi pei: lanciare il suo giornale. Non posso dire esattamente chi abbia por– tato il denaro; ma Cachin, se vuole, può informarne i lettori dell'Humanité. Era allora m Italia a trovare Mussolini per conto del Governo francese." Non c'è coincidenza fra le cifre di Maitre Torrès e quelle di M. Faure; ma errori di memoria su un punto di quel genere, dopo 18 anni, erano possibili. M. Cachin man– tenne un ostinato silenzio. Torrès, Renaudel e Faure non erano testimoni di prima mano. Ripetevano ciò che si diceva tra gli uomini politici francesi. Ma sta il fatto che Cachin si tenne sempre silenzioso, mentre come comunista sarebbe stato ben contento se avesse potuto protestare di non avere mai fatto da intermediario tra il "borghese" Governo francese e Mussolini. Il silenzio di Cachin ha maggior valore dei particolari, che Torrès, Renaudel e Faure potevano aver saputo di seconda mano. b) Fonti italiane 1. Il 3 maggio 1919 un settimanale di Milano, L'Italia del Popolo, affermò che Mussolini aveva "incassato patriottici assegni dal Governo francese," e lo sfidò a dar querela per diffamazione: "Abbiamo le prove di quanto abbiamo detto e scritto." Mus– solini ignorò la sfida. Questo silenzio è altrettanto significativo quanto quello di Cachin. 2. Nel giugno 1926 Massimo Rocca, allora profugo a Parigi, pubblicò quanto segue nel "numero uno" di una rivista, pubblicata da lui e da Carlo Bazzi, la quale prometteva di continuare, ed era intitolata I quaderni del Nuovo Paese: "La storia della conversione del sig. Mussolini è la seguente: Direttore del giornale Avanti!, organo del Partito socialista italiano fino al settembre 1923 [errore di stampa per 1914], vi predicava con grande violenza di linguaggio la neutralità assoluta dell'Italia, non risparmiando attacchi agli Alleati, e segnatamente alla Francia, tanto per dimostrare che la sua neutralità doveva servire essenzialmente alla Germania. Quando poi gli argo– menti cominciarono a mancargli, indisse un pubblico referendum fra le sezioni del Par– tito, ordinando loro di inviargli un voto per la neutralità assoluta e il plauso personale per lui; e siccome i suoi amici - compreso chi scrive - non mancarono di segnargli privatamente, a voce e per iscritto, la slealtà del suo contegno, egli li attaccò sull'Avanti!, additandoli alle tnasse come traditori, proprio mentre con essi, e in privato sempre, si confessava interventista. Allora il sottoscritto denunciò il doppio gioco con una lettera aperta a Mussolini chiamandolo 'un uomo di paglia' sul giornale. Il Resto del Carlino di Bologna. Mussolini negò, e chi scrive confermò definendolo 'una faccia di bronzo' sul me– desimo giornale; 8 settembre 1923 [errore di stampa per 1914]. Allora Mussolini si ab– boccò col direttore del quotidiano bolognese, Filippo Naldi, e gli promise di voltare gab– bana se Naldi gli avesse procurato un altro giornale; ottenutane l'assicurazione, scrisse sull'Avanti I un articolo per la neutralità relativa in attesa di intervento, il che lo fece, naturalmente, sconfessare dai suoi compagni di redazione. Tuttavia egli rimase ancora di– rettore dell'Avanti! per due settimane: e ne approfittava per preparare con Naldi, me– diante un primo sussidio francese, il finanziamento del Popolo d'Italia, pattuendo che egli, Mussoli,ni, ne sarebbe stato direttore e proprietario. Raggiunto lo scopo, egli si di– metteva da direttore dell'Avanti!; prometteva pubblicamente al Partito socialista che egli non avrebbe mai fatto nulla né contro il Partito nel quale rimaneva, né contro il suo giornale; poi correva a Ginevra a riscuotere i primi fondi per il Popolo d'Italia. Questo compariva infatti 15 giorni dopo, appena allestita la redazione, con programma di in– terventismo assoluto, cioè di guerra ad ogni .costo accanto alla Francia; e su questa base iniziava subito la polemica contro il Partito socilista e l'Avanti/ 111 1 In una lettera al settimanale di Roma "Il Mondo," 21 gennaio 1950, Massimo Rocca scrisse: "Non mi ricordo affatto di avere mai scritto il brano attribuitomi da Salvemini, che è del testo inve- 695 BiblotecaGino Bianco

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