Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Bib Appendici M. Luchaire interrogato da me come stessero le cose, rispose come segue: "È vero che nel 1915, durante la campagna interventista, Mussolini si trovò in difficoltà finanziarie e una sera a Milano mi chiese un prestito. Io non ricordo piu la somma esatta. Non può essere stato piu di 30.000 lire, forse meno. Credo, senza po– terlo giurare, che alcuni giorni dopo Barrère abbia preso il mio posto, fornendo mag– giori aiuti. Il prestito da me fatto non fu mai rimborsato. Una decina d'anni dopo, men– tre facevo un giro per le capitali d'Europa quale direttore dell'Institut de Coopération Intellectuelle, per concludere accordi e raccogliere fondi, vidi di nuovo Mussolini. Egli assegnò una somma annua di 100.000 lire all'Istituto, e questa somma, al pari dei con– tributi di altre nazioni, fu girata alla Società delle Nazioni. È possibile che, al mio ri– torno a Ginevra, io abbia detto scherzosamente a Mantoux o a qualcun altro: 'Mussolini ha cosi restituito il denaro che io gli ho prestato.' Questa è quasi certamente l'origine della storiella" (lettera del 28 aprile 1945). L'Institut de Coopération Intellectuelle cominciò a funzionare nel novembre 1925. Quella che M. Luchaire qualifica una "storiella," non può quindi avere circolato a Gine– vra che nel 1925 o al piu presto nel 1924, quando si gettavano le basf per la fonda– zione dell'Istituto. Si potrebbe scommettere con certezza che il signor Varé, nel pre– parare il suo diario per la pubblicazione, mise la "storiella" sotto la data dell'ottobre 1922 per fare onore all'amato Duce. Ciò che resta della "storiella," tuttavia, è l'informazione che nel 1915 Mussolini chiese in prestito del denaro francese, che non restitui mai. Inoltre è da notare, benché M. Luchaire non possa "giurarlo," la sua opinione che Barrère abbia fatto avere maggiori somme a Mussolini. Essa è di notevole importanza, dato che la posizione da lui occupata nel 1914 e 1915 gli rendeva possibile sapere, sia pure di seconda mano, molto di quello che accadeva dietro le quinte. 2. Nel marzo 1925, nel corso di un processo politico davanti alle Assise di Pa– rigi, il Pubblico Ministero esortò i giurati a non dimenticare che l'Italia era entrata in guerra a fianco della Francia in conseguenza degli "sforzi disinteressati" di Mussolini. Mattre Torrès, avvocato della parte antifascista, ribatté che Mussolini "si era commosso per le sorti della Francia solo dopo aver intascato le somme destinate a comprarlo." Né il Pubblico Ministero né l'avvocato della parte fascista osarono soffermarsi piu su questo pupto. Fuori della Corte, Maitre Torrès diede maggiori particolari: "Ci fu un momento, proprio al principio della guerra, quando il partito socialista italiano era unanime contro l'intervento dell'Italia. Il governo francese era preoccu– pato, e prese in considerazione questa materia in una seduta del Gabinetto. Fu esaminata al questione se ci fosse mezzo per convertire qualche socialista alla cau– sa della guerra: un mezzo finanziario. Fu fatto il nome di Mussolini. Il primo pa– gamento fu di 15.000 franchi, e dopo gli furono accordati 10.000 franchi al mese. Era il segretario di Guesde, Dumas, che dava il denaro. Fu allora che nacque Il Popolo d'Italia per sostenere l'intervento immediato. Questa è la storia esatta, che nessuno oserà smentire per paura di documenti piu schiaccianti." (A. BoRGHI, Mussolini red and black, pp. 87-89.) 3. Il 9 novembre 1926 il deputato francese Renaudel scnsse nel Quotidien: "Molti di noi ricordano che i primi numeri del Popolo d'Italia furono pubblicati con l'aiuto di denaro francese. Marce! Cachin lo sa, ma non gli piace che se ne parli." Marce! Cachin, deputato comunista nel 1926, era stato membro socialista dell'"Union Sacrée" durante la guerra 1914-18, ed era andato in Italia in missioni semi-ufficiali. 4. Il 9 gennaio 1928 il deputato francese M. Paul Faure, scrisse nel Populaire: "Un giorno, Jules Guesde, allora ministro di Stato, mi confidò che avevamo laggiu un uomo che era uno dei nostri: Mussolini. Gli avevano mandato un primo pagamento di 694 Gino Bianco

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