Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il principio del "Patto d'acciaio" La guerra etiopica aveva gravemente indebolito la potenza militare 11 con cui egli avrebbe potuto minacciare Hitler, come aveva fatto nel 1934 dopo l'assassinio di Dollfuss. Il problema ch'egli doveva risolvere ora non era come salvare l'indipendenza austriaca, ma che cosa avesse da guada– gnare o da perdere se l'indipendenza dell'Austria non si fosse potuta piu oltre salvare. E lui non era uomo che rifuggisse dal transigere con Hitler sull'Austria come su qualunque altra materia. Si riteneva molto piu in– telligente di Hitler e credeva di poterlo maneggiare e sfruttare, press'a poco come il fantino fa col cavallo. 12 La crescente cordialità tra Hitler e Mussolini si rese evidente quando cinquecento italiani, compresa la figlia di Mussolini, andarono in visita se– mi-ufficiale a Berlino per sottolineare le relazioni amichevoli tra i due paesi (NYT. 2-VI). Immediatamente dietro a loro venne il sottosegretario italiano per l'Aviazione (LT. 24-VI), quel generale Valle che con aeroplani invec– chiati teneva l'intero Mediterraneo nel palmo della sua mano (v. sopra, p. 614). Quando fu firmato l'accordo austro-tedesco dell' 11 luglio (v. sopra, p. 686) mediante il quale Schuschnigg fece ciò che Pilsudski aveva fatto nel 1934 - cioè mise la testa nella bocca della tigre ~ il ministro d'I– talia a Vienna, Preziosi, disse a Starhemberg: Spesso un incidente fa prendere agli avvenimenti una piega del tutto inaspet~ta. Non è impossibile che i nazisti austriaci facciano qualche sciocchezza, che dia al Go~ verno austriaco l'occasione per rompere l'accordo e prendere severe misure contro di loro. 13 Anche lui come Micawber era ridotto a sperare che succedesse qualche cosa d'inaspettato! Pochi giorni dopo, fu trasferito da Vienna a Bruxel– les, e fu sostituito da Salata, uno dei peggiori cortigiani di Mussolini. Due anni dopo, quando Hitler s'impossessò dell'Austria, quell'uomo doveva dar prova di una bassezza morale non uguagliata neppure da quella del Car– dinale Innitzer. Con la proclamazione dell'Impero fyfussolini aveva spremuto tutto ciò che gli occorreva dall'intesa del gennaio 1935. Non gli mancavano pretesti per dichiararla decaduta. Poteva sostenere che Laval, appoggiando la politica delle sanzioni, fosse pure senza gravi conseguenze, aveva violato la pro– messa del gennaio 1935 di non opporsi alla politica italiana in Etiopia. 14 Poteva reclamare l'immediato riconoscimento del Governo francese del ti- 11 Nel giugno 1936 Seton-Watson, parlando al Royal Institute of International Af]airs di Londra, affermò che "dopo lo scoppio della guerra abissina, c'era stato un forte crollo delle azioni politiche dell'Italia a Vienna. La scelta non era piu tra Germania e Italia. Ora la scelta era tra Germania e Austria." (International Affairs, maggio-giugno 1936, p. 340.) 12 BADOGLIO, L'Italia nella seconda guerra mondiale, p. 23; SENISE, Quando ero capo della polizia, p. 102. 13 STARHEMBERG, Between Hitler and Mussolini, p. 248. 14 VILLARI, Storia diplomatica, p. 15 dà la versione ufficiale di Mussolini quando scrive che la Francia "col partecipare sia pure involontariamente (il corsivo è mio) alla criminale politica [della. Gran Bretagna], quale prezzo di un promesso futuro aiuto contro la Germania, tolse ogni significato all'accordo del gennaio 1935 e perdette il diritto all'amicizia dell'Italia." 687 BiblotecaGino Bianco

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