Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale 2) solenne cerimonia funebre per le vittime del massacro da celebrarsi nella catte– drale cattolica di Atene con intervento di tutti i membri del Governo; 3) onori alla bandiera italiana da rendersi nello stesso giorno della suddetta ceri– monia nel modo seguente: una divisione navale italiana giungerà a Falero dopo le otto del mattino ed appena questa sarà ivi all'ancoraggio, un congruo numero di navi da battaglia elleniche ... renderanno gli onori con una salve di 21 colpi alla bandiera ita– liana alzata in testa all'albero delle navi greche medesime. Durante la cerimonia fune– bre di cui al punto secondo tanto le navi greche quanto quelle italiane terranno la ban– diera a mezz'asta. La sera dello stessso giorno prima del tramonto la divisione navale italiana lascerà l'ancoraggio del Falero e all'atto di prendere il mare saluterà la piazza colla salve prescritta; 4) un'inchiesta severissima sarà compiuta dall'autorità greca sul posto del massacro coll'assistenza del R. Addetto militare colonnello Perrone della cui incolumità personale si rende responsabile assoluto il Governo greco. Tale inchiesta dovrà essere compiuta entro cinque giorni dall'accettazione di queste richieste; 5) punizione capitale per tutti i colpevoli; 6) indennità di cinquanta milioni di lire italiane da versarsi entro cmque g10rm dalla presentazione di questa nota; 7) onori militari alle salme all'atto dell'imbarco a Prevesa su nave italiana. V. S. dovrà esigere la risposta greca con l'accettazione completa entro un termine massimo di ventiquattro ore. 3 Come era possibile dare assicurazione che l'inchiesta sarebbe stata COfl?.pÌuta in non piu che cinque giorni? Il Governo di Atene rifiutò le domande 4 e 5, ma si dichiarò disposto a negoziare e pagare un'" equa indennità" alle famiglie delle vittime. Se il Governo italiano non fosse stato soddisfatto di questa risposta, il Governo greco, "in conformità delle disposizioni del Patto della Società delle Na– zioni," s1 sarebbe rivolto alla Società e avrebbe accettata la decisione di questa. "Ad ogni modo," scrive Guariglia, "riuscimmo a far firmare a Mus– solini delle istruzioni che raccomandavano all'ammiraglio Solari di non impiegare la forza e di evitare qualsiasi incidente con la popolazione. In– vece l'Ammiraglio per qualche colpo del tutto inoffensivo partito dall'isola procedette a quel bombardamento che rese assai piu complicata la soluzione dell'incidente." Il bombardamento cadde su un vecchio castello che serviva di ricetto a un gruppo di rifugiati dell'Asia Minore. Il colonnello americano Dowe, dell'Associazione di Soccorso per il Medio Oriente, affermò che vi furono 100 vittime, fra cui 20 morti, 16 dei quali• erano bambini. 4 A coro- 3 Documenti diplomatici italiani, serie 7a (1922-1935) vol. II, n. 195. Uno schema di queste richieste venne steso da Mussolini la sera del 28 agosto, e in esso è annotato che nel punto 5 in un primo tempo era scritto 8 (id. n. 189). • G. GLASGOW, The Occupation of Corfu. L'ex Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, R. W. Cun.n, A Diplomai Looks at Europe, pp. 224-25, ebbe la sfrontatezza di scrivere che "dopo molti avvertimenti che si sarebbe cominciato a far fuoco, le autorità di Corru, ufficiali e non ufficiali (?), lasciarono stare i rifugiati proprio nel luogo dov'era prevedibile che sarebbero caduti i proiettili italiani. Nessuno avrebbe potuto deplorare la perdita di persone innocenti piu profondamente di lui (Mussolini). Ma egli andava dritto per la sua strada." Miss Currey fu piu discreta: 11 È appena necessario aggiungere che il comandante italiano ignorava completamente che il castello fosse oc– cupato da quei disgraziati" (Italian Foreign Policy, p. 160). Anche Salandra, Memorie politiche, p. 102, fa sapere che quel "disgraziato" bombardamento non era stato ordinato dal soverno italiano, "e avrebbe potuto essere evitato da un comandante militare piu avveduto e prudente." 44 Bib. ...,...,a Gino Bianco

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