Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Patti regionali contro sicurezza collettiva Secondo Sir Austen, il luogo comune della sicurezza collettiva non aiutava a risolvere il problema relativo a quello che dovesse essere l'atteg– giamento della Gran Bretagna. Io credo che ci sarebbe, e credo ci sia oggi una profonda differenza per quella che dev'essere la nostra partecipazione al sistema della sicurezza comune, quando si va al di là di quella stretta sfera nella quale i nostri interessi sono diretti ed ovvt Io non credo che fuori di questa zona sia possibile una risposta precisa. Uno dei migliori storici inglesi, Edwyn Bevan, in una lettera al Ti– mes (30-IV-'36), fece la seguente "domanda cruciale": Sarebbe disposto il popolo della Gran Bretagna a entrare di nuovo in guerra con– tro la Germania - con bombardieri tedeschi di nuovo su Londra e bombardieri bri– tannici su Colonia -, ammesso che di qui a due anni scoppiassero ostilità tra la Ger– mania e la Russia, e la Società delle Nazioni decretasse che la Germania è l'aggressore? Questa eventualità non è affatto improbabile. Se il popolo britannico in una simile evenienza rifiutasse di unirsi alla Francia nella guerra contro la Germania, come il po– polo francese si è rifiutato di unirsi all'Inghilterra in una guerra contro l'Italia, sarebbe dimostrato che la sicurezza collettiva è una vana apparenza. Non ci può essere sicurez– za collettiva, se i membri della Società delle Nazioni distinguono e decidono caso per caso quando far onore ai loro impegni. Ammesso che la domanda or ora formulata fosse rivolta in un: altro referendum al pubblico britannico, ci sarebbe una prevalenza di Sl? Quella stessa paura della guerra, che aveva fatto guadagnare tante migliaia di voti al "Referendum per la pace," aveva paralizzato quei voti innanzi all'aggressione italiana contro l'Etiopia. In caso di aggressione te– desca contro la Russia, Bevan prevedeva che tre notevoli correnti di opi– nione pubblica sarebbero state energicamente per il no: r I) Tutti i pacifisti ad oltranza; 2) un gran numero di persone della Destra, che, per quanto lontane dall'essere pacifiste, hanno troppo grande odio e paura del bolsce– vismo per essere disposte a combattere contro ]a Germania per conto della Russia; 3) una gran quantità di operai ed altri, che possono forse fino ad un certo punto aver simpa– tia per la Russia, ma non sarebbero disposti ad affrontare un'altra guerra contro Ja Gemania per una lite in apparenza cos1 remota. Quei leaders laburisti, che come Attlee dichiaravano a uditori plaudenti che in siffatto caso il popolo inglese si batterebbe, po– trebbero anche affermare la necessità della guerra quando il momento di decidere arri– vasse, - ma la massa del popolo li seguirebbe? Cosf, i conservatori inglesi trovavano anche fuori del loro partito una accettazione piu o meno esplicita, piu o meno coraggiosa della loro po– litica; cioè lavarsi le mani dei problemi dell'Europa orientale. Sir Austen Chamberlain partf nell'aprile del 1936 per un "giro di os– servazione" nell'Europa centrale. A Vienna, espresse l'opinione che, data la debolezza dell'Italia, per effetto della guerra etiopica, "la migliore ga– ranzia dell'indipendenza austriaca sarebbe stato un accordo 'austro-tedesco, 671 Bibloteca Gino Bianco

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