Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale trattenere l'aggressore. Dopo che l'aggressione era cominciata, avevano la– sciato che l'aggressore si prendesse quel che voleva e anche piu di quanto aveva voluto. Cos1 Mussolini sopraffece l'Etiopia. E poi Hitler invase la Renania. Un giornale norvegese commentò che non c'era forse molto da ridire sul fatto che una parte dell'Africa fosse stata conquistata da un paese eu– ropeo; ma questo risultato era stato ottenuto con mezzi del tutto fraudo– lenti. Trattati solenni erano stati, uno dopo l'altro, calpestati. Il barbaro piu primitivo non avrebbe potuto dimostrare a questo riguardo un senso morale piu basso. C'era stato un grave scacco per la cos1detta civiltà bianca. Il fatto tragico è la scoperta che anche entro alle mura della Società delle Nazio– ni c'è posto per una forma di moralità - quella del fatto compiuto - che distrugge ogni speranza per l'avvenire (citato in MG. 16-VI-36). Le potenze europee minori avevano appoggiato la Società quanto meglio potevano, nella speranza che una Società capace di proteggere l'Abissinia contro l'Italia potesse un giorno proteggerle contro qualche altro aggressore. Ed ecco che Neville Chamberlain le informava che "le armi della Società non avrebbero sparato" (v. sopra, p. 617). I tre paesi scandinavi e l'Olanda avevano abbandonato la loro tradi– zionale politica di neutralità, e preso le parti della Società. Ora esse chiede– vano a che cosa fosse servita la loro azione, visto che all'aggressore era stato concesso di schiacciare la sua vittima a suo agio. "Esse dovevano con– cludere," annunciò il ministro degli Esteri danese, "che la Società delle Nazioni non poteva dar loro alcun valido affidamento di sicurezza" (10- V-'36). I ministri degli Esteri dei quattro paesi ebbero uno scambio di opi– nioni con i delegati svizzero e spagnolo, ma senz'alcun vantaggio. I mi– nistri degli Esteri di Estonia, Lettonia e Lituania tennero anch'essi delle sedute. Non poterono che prender atto di ciò che era accaduto e come Mr. Micawber "aspettare che succedesse qualche cosa." Quanto al ministro degli Esteri di Polonia, colonnello Beck, Benes scrive di lui nelle sue memorie: Con cinica gioia la Polonia di Beck faceva notare come ora fosse evidente che il trattato polacco con la Germania era stato opportuno: la Francia non poteva difende– re neppure se stessa. Invece la Polonia aveva sistemato tutto con la Germania, ed era diventata di nuovo una grande potenza in Europa, mentre altre potenze dovevano men– dicare i favori.1 La Cecoslovacchia aveva sempre contato sulla Società delle Nazioni, e sulla sua alleanza con la Francia. Ora - soppressa non solo l'integrità territoriale dell'Etiopia, ma la stessa sua esistenza - la Cecoslovacchia doveva domandarsi se la Francia avrebbe tentato di fermare Hitler quando costui avesse ritenuto opportuno invadere la Boemia e l'Austria. 1 BENES,"Globe" di Boston (Mass.), 17-11-'48. 658 Bibloteca Gino Bianco

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