Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Si spera che la Gran Bretagna in tutti i futuri accordi internazionali aggiungerà la seguente clausola: "La Gran Bretagna, con onore o con disonore, si riserva il di– ritto d'infrangere questo trattato, senza darne avviso, in qualunque momento le con– venga." H. J. L'uomo faceva inoltre assegnamento sul fatto che il Governo inglese aveva oramai adottato la politica di dare mano libera a Hitler contro la Russia. Fino al 1936 i Governi inglese e italiano non avevano mai sentito la necessità di affermare il diritto per le proprie navi di libero transito o libera uscita nel Mediterraneo. Dopo la caduta dell'Etiopia, cominciarono a negoziare sul libero transito e sulla libera uscita, e a concludere accordi che duravano quanto la rugiada mattutina. Nessun cataclisma geografico si era verificato nel Mediterraneo. Ciò che si era verificato era un cataclisma politico nell'Africa Orientale, dal quale era sorta, per l'Impero britannico, una minaccia che non esisteva prima. Si era parlato del pericolo di un esercito indigeno che si formava in Etiopia sotto ufficiali italiani, e che avrebbe minacciato le posizioni inglesi in Africa dal Canale di Suez al Capo di Buona Speranza. Ora questo pericolo non era piu puramente ipo– tetico. Da Berlino F. T. Birchall richiamò l'attenzione dei lettori del New York Times sul fatto che "se il possesso di una gran parte dell'Etiopia era necessario per collegare l'Eritrea con la Somalia italiana, una analoga pre– tesa poteva essere presentata per unire la Libia col resto del nuovo impero africano d'Italia attraverso il Sudan meridionale." In tal caso quale sarebbe stato l'avvenire dell'Egitto? Gl'inglesi dell'Africa del Sud si facevano la stessa domanda. Sir Abe Baily, eminente proprietario di miniere del Transvaal, dichiarò a Città del Capo che la politica estera di Mussolini "mirava a fare del Mediterraneo, la grande arteria del mondo, un lago italiano." Questo comportava due conseguenze per la Gran Bretagna e il Sud-Africa. In primo luogo tagliava le comunicazioni tra la Gran Bretagna e l'Europa orien– tale. In secondo luogo insediava in Africa orientale, al confine del Kenia e del Sudan, un'attiva potenza europea militante che arruolava e addestrava bellicose razze indigene secondo i moderni metodi militari (DT. 13-V). Mussolini ascoltava queste voci e le considerava fondate. In giugno rinunciò al Ministero degli esteri e lo affidò a suo genero, Galeazzo Ciano, che a sua volta lasciò ad altri il Ministero della stampa e propaganda. Era stato in Africa Orientale durante la guerra quale capitano di aviazione. Quando la vittoria fu sicura disse ad alcuni giornalisti americani: "L'In– ghilterra è finita, altrimenti ci avrebbe opposto una resistenza piu forte. "' 4 Il corrispondente del Morning Post osservò (6 marzo) che un'intensa propaganda aveva fomentato nella generazione piu giovane una sprezzante ostilità verso l'Impero britannico. C'era da aspettarselo, dato che dei para- 14 PACKARD, Balcony Empire, p. 35. 652 Biblo eca Gino Bianco

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