Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale nunciò a Ginevra il famoso discorso. Immediatamente dopo la flotta bri– tannica fu concentrata nel Mediterraneo (contro la stampa italiana). La Società delle Nazioni condannò l'Italia. Una cinquantina di nazioni par– vero riunirsi sotto la guida dell'Impero britannico per punire l'aggressore. Preoccupazione, paura e avvilimento si diffusero in Italia. 7 In un dispaccio da Firenze che arrivò al New York Times (10-XI) chi sa per quale via, si legge che, divenuta ·1a guerra una certezza, alcuni a malincuore erano passati dalla parte del Governo, vi erano giovani (uo– mini e donne) pronti a sacrificare ogni cosa alla causa del patriottismo; per loro il Duce era un dio. Anche tra gl'intellettuali c'era un gruppo di nazionalisti favorevoli alla guerra. Ma "le· critiche piu aspre provenivano sempre da gente col distintivo fascista all'occhiello." I proprietari di terre erano pieni di apprensione, sapendo che sarebbe toccato a loro pagare le spese della guerra. Avrebbero continuato fino alla fine, ma si sentivano fra essi le piu severe condanne di "quel pazzo." Tra le classi medie - im– piegati e piccoli funzionari - la gente seguitava a chiedersi: "Dove ci porta quest'uomo?" Tra le classi lavoratrici la guerra era "impopolare," "avversione e sfiducia verso• il Duce erano molto diffuse." Ben inteso che da questo a qualcosa che somigliasse ad una rivoluzione, ci correva molto. Ed ecco l'accordo Hoare-Laval! Anche chi pensava che il Duce aves– se torto in teoria, cominciò a chiedersi se non avesse forse ragione in pratica. Quando l'opinione pubblica inglese si ribellò contro l'accordo Hoare- 1 Lavai, gl'italiani ricominciarono a preoccuparsi. Ma gl'inglesi stessi annunciarono che le loro navi non potevano muo– versi. Gli italiani anche antifascisti conclusero che "l'Inghilterra contava di sottomettere l''Italia' con sanzioni e non con una flotta buona a nien– te." Quando fecero questa scoperta, la maggior parte si rivoltò con– tro l"' Inghilterra" e si raccolse intorno al Duce. L'amico, il quale nel settembre diceva a Starhemberg che la politica di Mussolini era una pazzia e non poteva finire che in un fallimento, gli disse a Natale: "Anch'io ero contrario a quest'avventura, ma poiché l'In– ghilterra ha assunto un atteggiamento cosf ostile e parla di sanzioni, ho cambiato opinione. Ora è una questione di prestigio per l'Italia, e non importa piu se abbiamo ragione o torto. È diventata una questione d'o– nore appoggiare il Duce fino alla vittoria. 118 Quel corrispondente del Daily Mail, che conosceva quei dittatori, scrisse poi che "prima della fine dell' a,nno quelle stesse persone [che una volta erano contrarie alla guerra] ne erano entusiaste. 119 Esagerava: Mus- 7 Cortesi: "Gl'italiani hanno superato ora l'accesso di depressione che li aveva colti, quando si rese evidente che Ginevra avrebbe proceduto con energia applicando le sanzioni" (NYT., 16-X). Si noti che Cortesi richiamava l'attenzione del suo pubblico sugli accessi di depressione solo quando poteva affermare che erano stati superati. 648 8 Between Hitler and Mussolini, p. 216. 9 PluCE, I know tbese Dictators, p. 279. Bibloteca Gino Bianco

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