Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

lt,fpssolini trionfante Di ritorno da una v1s1ta in Italia, Lord Mottistone informò la Ca– mera dei Lords (22 ottobre) che Mussolini non era mai stato cos1 popo– lare, specialmente tra i giovani. 4 Ma quell'entusiasmo unanime era, in massima parte, fabbricato dalla propaganda. Abbiamo visto che un alto funzionario del Ministero degli esteri disse a Mussolini che il paese era tutt'altro che favorevole alla guer– ra (v. sopra). Un corrispondente del Manchester Guardian, che visitò l'I– talia in agosto, rifed che l'entusiasmo per la guerra era visibile tra i g10- vam: Al giovane, che era bambino quando il regime andò al potere, si è insegnato per tredici anni che la guerra è il piu alto ideale dell'uomo, che "è meglio vivere un giorno da leoni che cento anni da pecora," che la vita stessa è una battaglia, che la nazione è tutto e che l'individuo non conta. Ma, nelle generazioni piu vecchie, l'idea di una guerra ripugnava alla grande maggioranza. Certo non c'era segno visibile di opposizione. L'op– posizione sarebbe stata un suicidio. "L'opposizione si rivela solo mediante iscrizioni in gesso sui muri di strade secondarie. Nelle strette calli di Ve– nezia e di Genova, e nei quartieri bassi di Napoli, i muri sono copert\ d'iscrizioni contro la guerra" (MG. 10-IX). 5 Guglielmo Ferrero, che viveva a Ginevra e riceveva not1z1e fresche e attendibili sull'Italia, notò in settembre che persone una volta ostili ad una guerra coloniale, si erano ora convinte che la questione non era piu quella di conquistare l'Etiopia, ma di resistere all'Inghilterra e alla So– cietà delle Nazioni. Cos1 si era formata una forte corrente favorevole alla guerra. Ma la grande massa delle classi colte e operaie era contraria tanto alla guerra contro l'Etiopia quanto alla guerra contro la Società delle Na– z10ni.6 Cortesi dové ammettere (NYT. 17-IX) che "solo pochi giorni or sono" molta gente considerava "con apprensione quanto accadeva a Gi– nevra, ma ora la preoccupazione era svanita." Allora princip1 altisonan– ti furono annunciati con solennità. Sir Samuel Hoare 1'11 settembre pro- 4 VILLARI, Storia diplomatica, p. 152 afferma che in settembre i rappresentanti di una po– tenza amica (quale?) informarono Aloisi che Sir Eric Drummond aveva informato il suo Governo che Mussolini faceva del bluff e non aveva intenzioni serie, dato che il popolo italiano era con– trario alla guerra e Mussolini non sarebbe sopravvissuto allo scoppio della guerra. Questa infor– mazione è in contraddizione con tutto ciò che sappiamo sulle opinioni e sulle attività di Sir Eric a Roma. 5 L'ambasciatore americano in Italia riferi (10 settembre) che "l'intera popolazione tanto militare come civile" era "completamente d'accordo con la politica di Mussolini"; "la stampa in ogni occasione era sempre piu decisa alla prosecuzione della guerra" (Peace and War, p. 273). Tutti quelli che vivevano a Roma fra i fascisti piu autorevoli e la crema della aristocrazia pa– pale, reale, o creata dal fascismo, consideravano come un articolo di fede che gli italiani erano dietro Mussolini fino all'ultimo uomo. 6 Journal des Nations, Ginevra 20-IX-35. Mrs. Anne O'Hare McCormick trovò in Italia "una nazione che si muoveva in una specie di trance, incantata dalla convinzione di una forza invincibile" (NYT., 17-IX). F. T. Birchall, che allora si trovava a Londra, fu informato che l'Italia non era mai stata unita dietro Mussolini come ora: "Non solo i fascisti convinti, ma · anche gli oppositori di prima erano stati travolti dalla corrente di furore patriottico, nella quale la voce della ragione era stata sopraffatta. Ora, vi sarebbe maggior pericolo di una rivolta popo– lare piuttosto se Mussolini attenuasse la sua resistenza che se continuasse" (N.Y.T., 26-IX). 647 Bibtoteca Gino Bianco

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