Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La rotta dei sanzionisti Ciò che dovrebbe soprattutto importare all'Inghilterra è che il sig. Mussolini può reclutare e addestrare 800.000 fra i migliori combattenti del mondo, e avere cosf al suo comando il piu bell'esercito negro che il mondo abbia mai conosciuto. Gli etiopici sono una razza guerriera. Dotati di armi adeguate e addestrati, costituiranno una forza combattente potentissima. C'è un bon mot che si suole ripetere in Etiopia: gli abissini "sono eccellenti soldati purché abbiano come qfficiali uomini bianchi." Il Times di Londra (7-V) fu informato da Parigi che se Mussolini avesse cominciato a reclutare un grande esercito indigeno in Etiopia "si sa– rebbe avuto probabilmente come effetto in Africa una gara di militarizza– zione." L'Ambasciatore francese a Roma ricevé quindi istruzioni di insi– stere presso il Governo italiano che solamente danno sarebbe potuto deri– vare dal tentativo di non prendere in considerazione gl'interessi degli altri paesi, "Francia e Gran Bretagna in particolare." L'ambasciatore francese ha avuto l'ordine di far osservare che siffatta linea di con– dotta renderebbe estremamente difficile per i rappresentanti francesi a Ginevra opporsi alla continuazione delle sanzioni, e che ~e gl'interessi francesi in Etiopia, quali erano stati delineati nel trattato del 1906 e modificati nell'accordo Mussolini-Lavai, fossero stati cal– pestati, questo sarebbe stato considerato come un atto tutt'altro che amichevole. Toynbee (II, p. 470) ha giustamente osservato che quest'indigna– zione francese era "sorprendente e quasi ridicola," dato che il Governo francese aveva lavorato con tutte le sue forze per provocare quel fait ac– complt". Toynbee avrebbe forse potuto aggiungere che l'atteggiamento fran– cese non era né piu sorprendente né piu ridicolo che quello del ministro degli Esteri britannico. Pur dichiarando che gl'italiani erano pronti a difendere la loro vitto– ria con "intrepida, irrevocabile" decisione, Mussolini annunciò di "essere piu che mai convinto che turbare la pace dell'Europa voleva dire il col– lasso dell'Europa" (5 maggio). Inoltre in un'intervista concessa a Ward Price, rinunciò a "qualsiasi ulteriore ambizione coloniale": Credetemi, questa vittoria in Africa Orientale pone l'Italia nel gruppo delle "po– tenze soddisfatte." Nelle questioni coloniali noi italiani, d'ora in poi, non apparterremo piu al proletariato insoddisfatto. Diventeremo invece profondamente conservatori. Il Daily Telegraph (7-V) ricevé da Parigi la notizia che "c'era moti– vo di credere" che il Duce fosse disposto a rispettare gl'interessi francesi e inglesi, e non avrebbe "reclutato un esercito tra gl'indigeni." Il Morning Post (8-V) fu informato che "una formale smentita all'affermazione, secondo cui l'Italia intendeva reclutare un esercito negro in Abissinia, era stata man– data al Governo britannico attraverso l'ambasciata italiana a Londra." Cor– tesi da Roma comunicò ai lettori del New York Times (9-V) la stessa consolante notizia, avvertendoli al tempo stesso che "si riteneva che la ne– cessità piu urgente fosse l'abolizione delle sanzioni." Ma il Daily Telegraph era anche a conoscenza del fatto che non era intenzione del Governo ita- 625 ◄l Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=