Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La Francia nella Ruhr mente quanto Giunta raccomandava. E continuò svalutando la Conferenza di Washington. La conferenza di Washington ha avuto il destino di tutte le conferenze: si è aper– ta con delle grandi speranze, il coro dei giornalisti, venuti da tutte le parti del mondo, ha sviolinato all'infinito. Si è fatta balenare la possibilità della pace perpetua. Poi i risultati concreti hanno deluso questa speranza. Io confesso che non credo alla pace perpetua, penso che nemmeno Kant ci credesse: aveva preso per titolo del suo libro il titolo di una insegna d'osteria, e l'insegna era un cimitero. Si capisce che nei cimi– teri la pace è perpetua, ma tra i popoli, nonostante le predicazioni, nonostante gli idea– lismi, rispettabili, ci sono dei dati di fatto che si chiamano razza, che si chiamano sviluppo, che si chiamano grandezza e decadenza dei popoli, e che conducono a dei contrasti, i quali spesso si risolvono attraverso la forza delle armi (PI. 6-11-1923). 17 Guariglia spiega che Mussolini, arrivato al potere in condizioni straor– dinarie, era, nei primi tempi, un "fattore incognito" per i diplomatici non italiani. Questi non comprendevano il suo "vero" carattere, e lo sospettavano capace di chi sa quali "reazioni eccessive." In queste condizioni l'ufficio dei diplomatici italiani era quello di presentare all'estero "la cosi detta rivoluzione fascista" "in una veste di serietà," e fare di Mussolini "un uomo di Stato; nascondendo il piu possibile il demagogo agli occhi altrui. 1118 E bisogna dire che su questo terreno ottennero notevoli successi. L'ex am– basciatore inglese a Roma, lord Rennell Rodd, assicurava, chi voleva e chi non voleva sentirlo, che il capo delle camicie nere era diventato un uomo per bene: infatti si era messo pantaloni a righe e cappello a cilindro. Finan– che Lady Asquith, che non era punto una stupida, scrisse agli amici, dopo essere stata a Roma: "Ha begli occhi neri, e molta voglia d'imparare. 1119 Guariglia avrebbe potuto aggiungere che Mussolini secondava i diploma– tici italiani assai bene, rappresentando alternativamente la parte del dema– gogo quando si presentava alle "folle aspettanti," e quelle dell'uomo di Sta– to quando si trovava da solo a solo coi visitatori. Innanzi alle folle protun– deva la mascella e stralunava gli occhi. Coi visitatori specialmente non ita– liani, diventava l'uomo piu alla mano e piu ragionevole di questo mondo, e si trovava sempre d'accordo con chi gli parlava per ultimo - che è un modo sicuro per apparire intelligente. Ma nei visitatori rimaneva sempre il dubbio che quell'" italiano" nascondesse il coltello in tasca, e la paura che trascendesse a "vie di fatto," trascinandosi dietro in qualche pazza avven– tura un popolo arretrato ed eccitabile. In quella Europa stanca della guer– ra del 1914-18 e desiderosa di quiete, era bene essere pazienti con un "fat– tore incognito" come quello, e magari permettergli qualche stravaganza e 17 MUNRO, Through Fascism to World Power, p. 167; ci racconta che il Governo di Musso– lini "approvò la Conferenza di Washington per la riduzione navale," ma non dice una parola dello stato d'animo che Mussolini e i suoi seguaci alimentavano io Italia contro gli accordi di Washington e contro qualsiasi riduzione di armamenti. 1s Ricordi: 1922-1946, p. 14. 19 ,PERTINAX, Dictators and War, p. 3. I 39 BiblotecaGino Bianco

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