Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Bib Preludio alla !econda guerra mondiale di iniziare i lavori necessari dal punto di vista logistico; 2) di studiare il piano di ope– razione; 3) di cominciare ad inquadrare uomini e mezzi. Può darsi che tutto ciò debba restare inoperante, ma tale eventualità si vericherà soprattutto se noi saremo in grado di operare (9-IV-1936). Aloisi, che arrivò a Ginevra il 9 aprile, informò il Presidente del Co– mitato dei Tredici ch'egli era venuto per discutere la crisi europea, e non il conflitto italo-abissino. 1 Alla Pasqua mancavano ancora tre giorni. Espres– se anche lo stupore di Mussolini che l'invito al Presidente del Comitato perché andasse a Roma per uno scambio d'idee non• fosse stato accolto. Quando il Presidente rifed al Comitato questa conversazione, Eden si dolse che le cose sarebbero andate troppo per le lunghe se il Presidente o qualunque altra persona fosse andata a Roma; il Comitato doveva in– vitare il Governo italiano a mandare un rappresentante al piu presto pos– sibile, senza la formalità di una visita preliminare; il Comitato non doveva aggiornarsi senz'aver ricevuto precisa assicurazione che i negoziati sareb– bero stati iniziati. A questa mossa si oppose energicamente Flandin, di– chiarando essere meglio che il Comitato si sciogliesse sine di'e, e si riunisse di nuovo al momento opportuno dopo che fossero cominciati i negoziati di pace. Il risultato fu un compromesso: il Comitato si sarebbe riunito di nuovo il 16 aprile (dopo Pasqua), ma per quella data si doveva ricevere una precisa risposta da Roma. Come osservò il Manchester Guardian (11-IV) il risultato complessivo fu che Mussolini aveva guadagnato un'in– tera settimana, e forse piu, per continuare le operazioni militari. Quali erano dunque le vere intenzioni di Eden? Il corrispondente da Ginevra del Manchester Guardian (13-IV) era d'opinione ch'egli non aves– se alcuna intenzione di alcun genere, e che non sapeva neppure lui cosa fare, in caso fallissero i negoziati di pace. Voleva soltanto mettersi al riparo dietro l'alibi francese. Augur rivelò che il Governo britannico era "deciso a non aver niente a che fare con sanzioni militari o navali contro l'Italia, quali, per esempio, la chiusura del Canale di Suez." "La situazione ri– chiederà un maneggio molto accorto, e gli occhi del mondo si appunte– ranno ora sul sig. Eden" (NYT. 14-IV}. Il Daily Telegraph (14-IV), che riferì va il pensiero del Ministero degli esteri, dichiarò in un articolo di fondo che le sanzioni economiche senza la sanzione del petrolio erano fallite; che una sanzione del petrolio, quali che avessero potuto essere i suoi effetti alcuni mesi prima, sarebbe stata inefficace, ora che l'Italia aveva piu adeguate riserve di carburante; e che nulla sarebbe stato efficace al– l'infuori delle sanzioni militari e navali. Ma la proposta di ricorrere alla minaccia di guerra avrebbe mandato in pezzi l'unanimità del Comitato dei Tredici. Proprio il giorno in cui si riunf il Comitato dei Tredici, truppe ita– liane occuparono Dessié, quartier generale dell'Imperatore. Una strada re- 1 ALo1s1, ]ournal, p. 369. (>18 GinoBianco·

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