Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Esce di sc,na Lavai; entra FlanJin che gli altri cominciassero (" dopo voi, Signore"). Forse questo non inter– preta del tutto correttamente l'atteggiamento di Eden. Ora che una lunga resistenza degl' etiopici era fuori questione, le sanzioni finanziarie ed eco– nomiche non avevano piu il tempo di operare. Solamente la sanzione del petrolio sarebbe riuscita efficace. Nessuna meraviglia, perciò, se Eden co– minciò a pensare alla utilità di quella sanzione. Ma l'accordo Hoare-Laval dell'ottobre precedente (vedi p. 518) gli vietava di prendere siffatta iniziativa. Il meglio che poteva fare era di annunziare la sua disposizione ad appoggiare la proposta se altri la faceva. Ma sapeva benissimo che nes– suno era disposto, dopo l'affare del dicembre, a cavare le castagne dal fuoco invece di lui, salvo a bruciarsi le dita ancora una volta. Il Comitato dei Tredici (3 marzo) indirizzò a entrambi (!) i bellige– ranti un urgente ( !) appello per l'immediata apertura di negoziati, concesse loro un'intera settimana per rispondere e si aggiornò al 10 marzo. Ancora una volta il Duce aveva vinto il suo punto. Il corrispondente da Ginevra del New York Times (4-III) riferf che Eden era stato deluso perché nessuna "piccola potenza nella seduta aveva criticato la risoluzione." Dunque la colpa non era né di Flandin, né di lui, ma delle piccole potenze! Eden descrisse nei termini seguenti l'opera sua a Ginevra: Io dichiarai a nome del Governo di Sua Maestà che, pur ammettendo l'inefficacia dell'embargo sul petrolio, noi pensavamo che tale embargo si dovesse applicare. Il Go– verno francese adottò, com'era suo pieno diritto, l'opinione che si dovesse fare un altro tentativo di conciliazione prima che fosse applicato l'embargo. La Commissione aderz e il tentativo fu fatto (Camera dei Comuni, 6 aprile 1936). Le parole che abbiamo messe in corsivo sono tipiche dell'uomo. Egli non aveva mai ammesso che l'embargo sul petrolio sarebbe stato inefficace, o quanto meno il resoconto ufficiale non contiene niente in proposito. Né aveva mai detto che l'embargo dov~va essere imposto. Non c'è dubbio che Flandin aveva il diritto di adottare il punto di vista che si dovesse fare un altro tentativo di conciliazione. Ma invece di riconoscere di avere aderito alla proposta, Eden scaricò sul Comitato la responsabilità di aderire alla proposta dilatoria di Flandin e riservò per sé la parte di chi aveva proposto l'embargo, ma era stato sconfitto. 8 Toynbee (II, pp. 27 sgg., 336 sg.) ci dice che Eden non poteva essere insensibile alle difficoltà in cui si trovava Flandin. 9 "Pare che egli abbia chiesto e ottenuto per telefono il consenso di Baldwin ad accedere ai desi– deri di Flandin." Toynbee aggiunge che "la docilità di Eden in quest'oc- s Non si comprende dove SUAREZ e LABORD, Agonie de la paix, p. 16, abbiano scoperto che l'embargo sul petrolio fu applicato all'Italia il 2 marzo 1936. 9 ~ impossibile comprendere come Toynbee (Survey 1936, p. 260) abbia potuto scrivere che Eden "fece pressioni per l'immediata adozione delle sanzioni sul petrolio." Egli cita il Survey per il 1935, Il, pp. 336 sgg. Ma qui si trova solo che la docilità di Eden in quest'occasione non ~ facile da capire (p. 337). 603 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=