Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Esce di scena Lavai; entra Flandin ferita moralmente, e per conseguenza gli ambienti politici di Roma erano "in uno stato di grande eccitamento" (NYT. 2-II-36). A Parigi, gli studenti dell'Action Française, che disturbavano sempre le lezioni del prof. Jèze alla Sorbona,3 non furono sordi alle parole del Duce. Risposero quasi uccidendo Léon Blum che criticava decisamente la politica di Mussolini e Laval (13-II-36). Viceversa a Roma un povero sciocco che aveva preso sul serio l'articolo del Popolo d'Italia e in Piazza Venezia aveva gridato "Abbasso la guerra," fu mandato a calmarsi 1n prigione (MG. 3-II-36). Questi incitamenti rivolti agli studenti d'Europa andavano, come al solito, di pari passo con una ripresa delle voci secondo cui Mussolini era il solo uomo che potesse salvare l'Italia dal "Bolscevismo." Coloro che avevano una conoscenza piu profonda dell'Italia, smentivano questa frot– tola/ e gli avvenimenti degli anni tra il 1943 e il 1949 hanno provato che, nonostante l'immenso disastro della guerra perduta, un terribile periodo post-bellico e gl'infiniti errori dei Governi britannico e americano e degli antifascisti italiani che hanno fatto il gioco dei comunisti in Italia, il comu– nismo è tuttavia ancor oggi (estate 1949) lungi dall'avere il sopravvento. Come prova che era imminente un disastro, il Duce chiamò dalla Libia il maresciallo Balbo - quello il cui lontano parente era vescovo di Khartum - affinché assistesse alla seduta del Gran Consiglio, in cui egli annunciò ·che, se le sanzioni fossero state aggravate, l'Italia sarebbe passata al con– trattacco (5 febbraio). Per il Duce il bisogno di fare il matto diventò piu urgente quando a Ginevra il Comitato creato il 23 gennaio (v. sopra, p. 597) presentò la relazione (12 febbraio). L'Italia aveva importato 3 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi nel 1934 e 3.800.000 nel 1935. Quindi circa 300.000 tonnellate si erano aggiunte alle riserve, e queste potevano aumentare di altre .50.000 tonnellate durante il gennaio 1936. Di conseguenza avrebbero potuto esserci in Italia alla fine di gennaio riserve sufficienti per il consumo di tre mesi o tre mesi e mezzo. Se la Società delle Nazioni avesse appli– cato l'embargo, l'acquisto di petrolio sarebbe diventato per l'Italia piu difficile e piu costoso, accrescendo cosf l'efficacia dell'embargo finanziario (v. sopra, p. 597). Nello stesso tempo, il Comitato sulle relazioni estere del Senato americano discuteva il progetto di legge che metteva l'embargo sul commercio del materiale di guerra superiore al normale. Gli isolazio– nisti si opponevano perché quell'embargo poteva condurre il paese alla guerra in cooperazione con la Società delle Nazioni. Gli italo-americani si 3 La stampa italiana di gennaio e febbraio diede informazioni quasi continue su questi di– sordini, che assunsero un carattere di tale violenza da rendere necessario l'intervento della poli– zia. Dei 105 giovani che furono tratti in arresto, non piu di 25 appartenevano alla facoltà di legge; 60 provenivano da altre scuole di Parigi; 20 non appartenevano a nessuna scuola òi alcun genere (Comunicato ufficiale del Ministero della pubblica istruzione). ~ evidente che i disordini erano fomentati da un centro che operava al di fuori della massa studentesca. ♦ Articolo di Don Luigi Sturzo nel New Statesman and Nation (7-II-36) e dichiarazione di G. A. Borgese e di altri esuli italiani nel NYT., 2-II-36. 599 Biblòteca Gino Bianco

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