Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale sarebbe stato costretto ad abbandonare al loro destino mezzo milione di soldati e di operai italiani al di là del Canale di Suez. Lloyd George, il 24 giugno 1936 descrisse la situazione internazionale esistente alla fine del 1935 e al principio del 1936 nei seguenti termini: Noi avevamo in Europa due nazioni fornite delle armi piu potenti: Russia e Francia. Avevamo dietro a noi tutte le potenze mediterranee, eccettuato l'aggressore. I loro porti, le loro flotte, le loro squadre aeree, erano a nostra disposizione. Avevamo un nemico, un aggressore: un nemico, le cui linee di comunicazione erano le piu vulnerabili che mai un esercito abbia percorso - e tutte le potenze mediterranee dietro di noi. Parlava, come fanno gli uomini politici, senza grande rispetto per la verità integrale. Aveva buone ragioni per non mettere troppo in luce il fatto che tra le potenze mediterranee, se la Francia non era niente affatto disposta. a impegnarsi nell'affare dell'Africa Orientale, il Governo britan– nico ricusava "ulteriori impegni" in Europa, e lui stesso, Lloyd George, patrocinava questa politica. Il fatto è che Flandin, al pari di Lavai, non fu mai invitato a fare una scelta. Eden cercava solo di trovare nella politica francese un alibi per l'i– nerzia britannica. Quanto a Flandin, egli aveva un motivo plausibile per non far niente. Le elezioni generali in Francia erano fissate per la fine di aprile e i primi di maggio. Egli doveva aspettare e vedere se gli elettori avrebbero o no dato il loro consenso alla politica iniziata da Lavai. Mussolini non doveva fare altro che continuare allegramente in quel sistema che il generale Smuts del Sud-Africa qualificò come "il colossale bluff delle voci di guerra" (DT. 6-11-36). Gayda annunciò che l'Italia sarebbe stata obbligata "a riesaminare la sua posizione ed a studiare un nuovo orientamento della sua azione"; un embargo sul petrolio non era una misura economica; sconfinava nel campo politico e militare; non sa– rebbe stato accettato dall'Italia con "passiva rassegnazione" (Gl. 30-I-36). E il Popolo d'Italia (31-1-36)pubblicò un articolo intitolato "Un appello agli studenti d'Europa" che aveva tutte le caratteristiche dello stile del Duce. Se le sanzioni saranno estese, se si darà partita vinta alla satanica pressione degli imperialisti e delle sette sanguinarie, l'Europa marcerà fatalmente verso la piu terribile e la piu ingiustificata delle guerre che l'umanità abbia mai visto. Ma non saranno pre– cisamente i politicanti a battersi. La mobilitazione chiamerà la gioventu e innanzitutto la giovinezza universitaria ... L'embargo terminerà a un certo momento nel blocco e il blocco sarà la guerra. Non piu una limitata operazione di sicurezza coloniale, ma la guerra di sterminio in Europa. La guerra è sulle Alpi, è sui vari fiumi europei la guerra che sarà di vendetta per le sette e di ultima rovina per il vecchio Continente ... L'Italia s1 difenderà con le unghie e coi denti. Nel riferire questa eruzione, il fedele Cortesi commentò che l'Italia non correva alcun rischio di essere materialmente danneggiata da un em– bargo sul petrolio, essendo le sue riserve sufficienti; ma l'embargo l'avrebbe 598 I Biblo eca Gino Bianco

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