Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo sessantaduesimo Esce dalla scena Laval; entra Flandin La farsa fu ripresa a Ginevra (20 gennaio) sotto l'influenza delle vittorie italiane. Il Comitato dei Tredici (cioè il Consiglio della Società, meno il dele– gato dell'Italia, Aloisi) aveva innanzi a sé due domande di Hailé Selas– sié: una di assistenza finanziaria (1° novembre 1935), e un'altra che si mandasse in Africa Orientale una commissione per indagare come fossero condotte dai belligeranti le operazioni militari (3 gennaio 1936). Il Co– mitato decise di redigere un rapporto da sottoporre al Consiglio della Società (cioè la stessa Commissione piu Aloisi). Il Consiglio, quando prese cogni– zione del rapporto, respinse entrambe le domande. Aloisi, al solito, si astenne dal voto: Mussolini non ammetteva la competenza della Società. A questo punto (22 gennaio) Laval si dimise. La sua grossolana fur– beria aveva prodotto una situazione disperata. L'ambasciatore francese a Berlino, François-Poncet, disse a G~melin il 30 dicembre: Se la Francia si allea apertamente con la Russia, la Germania reagirà occupando la riva sinistra del Reno; se l'Italia esce indebolita dalle sue difficoltà attuali, avremo l'Anschluss; se c'è guerra fra Inghilterra e Italia, e noi non partecipiamo, la Germania è pronta a intervenire contro di noi. Solamente uno stretto accordo anglo-francese può assicurare oggi la pace, e anche con questo!... Gamelio completò il discorso: "Purché Francia e Inghilterra facciano il necessario sforzo militare" (Servir, Il, p. 177). La maggioranza parlamentare di Lavai era diventata troppo demora– lizzata e incerta per permettergli di continuare la sua politica. Nel memo– randum di Fresnes egli scrisse: In realtà io pensai che i miei oppositori, una volta saliti al potere e messi di fronte alle proprie responsabilità, avrebbero avuto le stesse paure [di guerra] che avevo avuto io. Perciò mi dimisi. Ma la sanzione sul petrolio non fu mai applicata, e neppure pro– posta, dai miei successori. Nell'atto di abbandonare l'ufficio, Laval cercò di liberarsi dall'accusa di essere stato il complice di Mussolini nella guerra etiopica - accusa a 595 Bibloteca Gino Bianco

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