Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale nel seguente programn1a: non contare su riparazioni da parte della Germa• nia; far fronte a tutte le obbligazioni finanziarie post-belliche con le sole risorse interne; chiedere all'Inghilterra e all'America la cancellazione dei de– biti di guerra. 14 Ma Mussolini era convinto che "la Germania poteva pagare." In con– seguenza il delegato italiano alla Conferenza di Parigi si oppose alle pro– poste di Bonar Law, e il rappresentante italiano presso la Commissione delle riparazioni, votando contro il rappresentante inglese, autorizzò il Governo francese ad occupare la Ruhr. 15 Niente per niente! Se l'ostinazione di Poincaré in una politica ostile contro la Germania si può capire, le ragioni che suggerirono a Mussolini di appoggiarlo, restano ancora un mistero. Il Duce in persona, il 20 febbraio 1923, dichiarò alla Camera dei Deputati: "Non avremmo potuto impedire alla Francia di marciare nella Ruhr." Inoltre i suoi ammiratori sostengono che anche se Poincaré avesse accettato le proposte di Bonar Law e non avesse occupato la Ruhr, gli Stati Uniti non avrebbero cancellati i debiti di guerra. L'Italia quindi non subi alcun danno in conseguenza dell'atteggia– mento assunto dal dittatore. È divertente far congetture su quello che sarebbe potuto accadere se le cose· fossero andate diversamente: si è ·sempre liberi d'immaginare che tutto sarebbe andato secondo i propri desiderii. Coloro che si mantengono a contatto con la realtà, adottano un'altra procedura. In primo luogo am– mettono che nessuno, nel possesso delle proprie facoltà mentali, aiuta una persona ad annegarsi, anzi si annega insieme, soltanto perché non c'è mo– do di trattenerla da un simile atto di follia. Poi cercano di stabilire quali vantaggi effettivamente il dittatore abbia ottenuti coll'atteggiamento da lui assunto. Secondo il principio del "niente per niente," parteggiando per Poincaré, Mussolini non ricevette altro che le buone grazie di Poincaré. Ma imped.i'.all'Europa di presentare un fronte unito agli Stati Uniti sulla questione dei debiti di guerra. SeppelH due morti in una buca. Seguendo l'altra via, rischiava solo di far dispiacere a Poincaré. 14 MORTARA, Prospettive economiche 1922, pp. 243-379. 15 Chi si rivolge a miss Currey per imparare la storia dei rapporti internazionali europei, scoprirà eh~ "il Convegno degli Alleati a Parigi produsse una crisi nei rapporti anglo-francesi" (Italian Foreign Policy, p. 85), ma non ne caverà niente sull'atteggiamento dei delegati di Mus– solini a quel convegno. Chi poi cerchi di studiare la storia nell'opera di MUNRo, Through Fascism to world Power, apprenderà che i "vincoli con l'Intesa furono rafforzati dalla partecipazione di Mussolini alla Conferenza alleata di Losanna e dalla sua visita a Londra nel dicembre 1922" (p. 166). Neppure una parola sulla questione della Ruhr! Mr. Munto, non meno di miss Currey, era spinto da un solo impulso: presentare il punto di vista "italiano." "~ solo con questo mezzo che eventuali reazioni fasciste possono esser viste nella loro vera luce" (pp. 220-23). Mr. Munto non sospettò mai che per mostrare la politica di Mussolini "nella sua vera luce" avrebbe dovuto ri– ferire non solo il punto di vista di Mussolini, ma anche quel punto di vista che in base ai fatti accertati era il piu corretto. Si comportò sempre come "la voce del padrone." Fu corrispondente da Roma del Morning Post di Londra che, insieme con il Daily Mail di lord Rothermere, fu sem– pre frenetico ammiratore di Mussolini. Dopo che il Morning Post mod per mancanza di lettori, Munro rimase a Roma quale funzionario dell'ambasciata britannica. Quando l'Italia dichiarò guerra alla Gran Bretagna nel giugno 1940, tornò in Inghilterra col personale dell'ambasciata. Durante la guerra, gli fu affidato l'incarico di rieducare alla democrazia i prigionieri italiani in India, e lui affidò quel compito a fascisti che resero la vita impossibile agli antifascisti. Quando l'Italia fu "liberata," vi fu mandato a rieducare tutti gli italiani alla democrazia. 36 Bibloteca Gino Bianco

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