Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La F1·ancianella Ruhr Law rifiutò di approvare il progetto di Poincaré, e la Conferenza falH. 10 A Londra, non altrimenti che a Losanna, Mussolini ebbe un certo suc– cesso di curiosità, ma non fu ricevuto con la pompa e la solennità che cre– deva spettargli. In quel flemmatico paese, dove il contegno posato e la so– brietà della espressione sono considerati i segni elementari della buona edu– cazione, la gente si domandava a quale livello di immaturità politica era disceso il popolo italiano per lasciarsi governare da quel provinciale che faceva la faccia feroce, roteava gli occhi come biciclette e sporgeva la mandi– bola. Quando fu domandato a Bonar Law che cosa pensasse di Mussolini, quello rispose: "è un matto" 11 ; "mai in vita sua aveva visto un simile ignorante di ogni cosa. 1112 E veramente le questioni finanziarie non erano mai state il suo forte. Dopo questa nuova non felice esperienza, il Duce non ritenne piu op– portuno onorare i "perfidi alleati" col privilegio della sua presenza perso– nale nella Conferenza successiva, che fu tenuta a Parigi nel gennaio 1923. Qui Bonar Law presentò un piano, che mirava ad evitare l'occupazione del– la Ruhr da parte dei francesi. Il piano liberava l'Italia dell'intero suo debito verso l'Inghilterra (610.8 milioni di sterline) e le concedeva da 1,5 a 2 mi– liardi di marchi oro a carico della Germania. L'Italia avrebbe dovuto asso– ciarsi alla Francia e all'Inghilterra nel chiedere la cancellazione dei loro debiti di guerra agli Stati Uniti: il debito dell'Italia verso gli Stati Uniti ammontava a 1.648.000 dollari. 13 Ogni italiano di buon senso si sarebbe gettato alacremente su una si– mile manna dal cielo. Durante la Conferenza della pace nel 1919 all'Italia non era stato assegnato che il 7 per cento delle riparazioni germaniche. Sonnino aveva lasciato correre. Alla Conferenza di Spa, Sforza aveva otte– nuto che il 7 per cento fosse portato a 1 O, mentre il 52 per cento fu asse– gnato alla Francia, il 22 alla Gran Bretagna, e il resto agli alleati minori. Per conseguenza l'Italia non aveva un particolare interesse ad insistere sulle riparazioni germaniche. Invece aveva tutte le ragioni per vedere cancellati i propri debiti verso l'Inghilterra e verso gli Stati Uniti. Quando questi argo– menti erano stati liberamente discussi in Italia, tutti gl'italiani concordavano 10 In un discorso del 13 maggio 1923, De Stefani, ministro delle Finanze nel Gabinetto Mussolini, affermò che alla conferenza di Londra "il Governo italiano era riuscito a collegare il problema delle riparazioni germaniche con quello dei debiti europei inter-alleati." In un di– scorso al Senato del 16 novembre 1923, anche Mussolini ebbe la sfrontatezza di affermare che alla Conferenza di Londra "si era riusciti a far riconoscere l'interdipendenza dei debiti e delle ri– parazioni, proposta dall'Italia, e tenacemente sostenuta nella discussion"e." La verità era che il piano preparato dagli esperti italiani aveva effettivamente come base l'interdipendenza fra debiti e riparazioni, ma Mussolini non fece niente per insistere su quel principio, ed il principio non fu mai accettato esplicitamente né da Law né da Poincaré. Miss MURIELCURREY, Italian Foreign Policy, p. 82, diede la seguente informazione: "La sola proposta concreta presentata fu quella del sig. Mussolini, ma egli non riusci a persuadere i suoi colleghi ad adottare il suo piano e la Conferenza si sciolse senz'aver ottenuto alcun risultato. Il sig. Mussolini ricevette un'accoglienza estremamente calda (?) in Inghilterra e la maggior parte (!) della stampa britannica appoggiò le sue proposte." Quali? 11 GUEDALLA, The Hundred Days, p. 327. 12 PERTINAX, Dictators and War, p. 3. 1 3 British Blue Book citato, p. 142. BiblotecaGino Bianco 35

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