Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

"Un giovane eroe senza possibilità di eroismi" enormi vantaggi di cui godeva sul nemico l'uso di gas tossici e di bombe incendiarie senza pericolo di rappresaglie. Badoglio stese un velo di silenzio su questo fatto nei commentari alla Giulio Cesare che pubblicò nell'ottobre 1936. Ma non c'è dubbio che tanto lui quanto Graziani fecero uso di gas tossici. 23 Il 27 ottobre 1935 Mussolini autorizzò Graziani ad usare i gas "quale ultimo mezzo per superare la resistenza del nemico e in caso di contrattacco." Ripeté quest'autorizzazione il 16 novembre "per supreme ragioni di difesa." Il 28 dicembre Badoglio fu pure autorizzato ad "usare qualsiasi gas su larga scala come pure lanciafiamme," non piu per supreme ragioni di difesa ma "dati i metodi del nemico." Il 5 gennaio, il Duce ordinò a Badoglio di "sospendere l'uso di gas fino alle riunioni di Ginevra, a meno che non diventassero indispensabili per supreme esigenze di di– fesa od offesa." L'8 gennaio a Graziani: "In caso di bisogno autorizzo l'uso di qualsiasi mezzo." Il 19 gennaio a Badoglio: "Autorizzo l'uso di tutti i mezzi bellici, ripeto tutti, sia in terra che dall'aria." Di nuovo il 29 marzo: "Dati i metodi di guerra del nemico, rinnovo l'autorizzazione di usare gas di qualsiasi specie su qualsiasi scala." Ma il 1O aprile a Gra– ziani: "Non impiegate armi chimiche fino a nuovo ordine." Il Duce rinunciò all'idea di usare non solo gas ma anche la "guerra batteriologica" quando Badoglio gli fece osservare che "ormai" il loro uso non era né utile né necessario, e avrebbe potuto risolversi m un danno per chi vi ricor– resse.24 Alla Conferenza di Washington, nel 1922, il delegato dell'Italia, Schanzer, aveva appoggiato la mozione del delegato americano Root e in– vocato "le sanzioni di un processo e pumz10ni" contro chiunque ricorresse all'uso di gas tossici in guerra. I rappresentanti italiani nella sottocommissione avevano avuto l'onore di essere i primi a proporre l'abolizione di gas tossici quale arma di guerra. Perciò egli non poteva che appoggiare di tutto cuore la proposta americana, la quale, se accettata - il che sarebbe senza dubbio avvenuto - avrebbe costituito uno dei piu grandi titoli di onore per la conferenza, e un passo effettivo sulla via del progresso e della civiltà. Anche Monsieur Sarraut, che doveva poi essere Primo Ministro fran– cese nel 1936, aveva detto: "Fu per questo nobile e umano motivo che la 23 ToYNBEE, Survey: 1935, II, pp. 327, 370, 409. 24 Lalli ("Epoca" 28 giugno, 5 luglio; "Oggi" 4-I-48) afferma, in base a relazioni "molto segrete" dei capi militari, che "l'uso di armi chimiche fu prudente e limitato," dato che gli esperti "avevano la impressione che le bombe, comprese le bombe tossiche, fossero un'arma decisiva e tenevano conto delle considerazioni umanitarie relative alle reazioni di altri paesi." Molto probabilmente le parole "prudente e limitato" significavano entro i limiti di ciò che era necessario per vincere, ma non di piu. Villari (p. 255) riferisce che Aloisi informò Flandin nel– l'aprile del 1936 che se l'esercito italiano aveva fatto uso di gas tossici "i quali in ogni caso non erano letali" ( !), aveva dovuto farlo "parecchi mesi dopo che il Governo italiano aveva denunciato le atrocità commesse dagli etiopici; Eden e la Società avevano ignorato queste denunce e cosi si era reso necessario il ricorso a tale arma difensiva (!)." Villari riferisce pure (pp. 85, 88) che Hailé Selassié era in possesso di gas tossici. "Nessuno sa quali quantjtà di gas siano ef– fettivamente arrivate in Etiopia, ma è possibilissimo che i rari casi in cui gli etiopici hanno sofferto per i gas, derivassero dalla loro ignoranza sul modo di usarli." Senza commenti. 593 39 B. u eca Gino Bianco

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