Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale es1st1to. Laval commentò questo silenzio in tono funebre: "Signori, avete osservato il vostro minuto di silenzio." Perfino il Morning Post (20-XII) dové ammettere che in Francia andava crescendo la convinzione che Lavai nelle sue manovre non avesse tenuto conto né della fanatica ostinazione di Mussolini né della forza dell'opinione pubblica inglese né dell'opinione del mondo civile. Lavai era furibondo col Duce. Ripeteva: "È matto, è matto." Gamelin, obbedendo a sue istruzioni, informò l'addetto militare italiano (20 dicem– bre) che erano in corso conversazioni fra gli Alti Comandi inglese e fran– cese, "ma solamente per il caso di atti ostili contro i fondamentali alleati della Francia" (GAMELIN, Servir, II, p. 176). Non rimaneva al Duce che correre ai ripari. Il Gran Consiglio (nella notte tra il 20 e il 21 dicembre), "dopo il ripudio delle proposte di Parigi da parte della Gran Bretagna," affermò che l'azione dell'Italia fascista sarebbe continuata "con inflessibile decisione." Ma Cortesi fece sapere che se le proposte di Parigi non fossero state "intempestivamente abbandonate" l'Italia avrebbe potuto accettarle come base per negoziati; se mai fosse stato proposto di nuovo qualche progetto simile, forse lo avrebbe accettato. I circoli italiani sono stati non poco sorpresi per la sfavorevole reazione sollevata nella maggior parte dell'opinione pubblica mondiale dall'energico discorso tenuto da Mussolini all'inaugurazione di Pontinia. Ora si fa ogni sforzo per spiegarlo (NYT. 21, 22-XIJ). Gli "italiani" di Cortesi erano cosf turbati che finanche Cortesi, dopo il fiasco del piano Hoare-Laval, dové riferire che "il senso di trionfo" che aveva pervaso l'"Italia" quando le proposte furono rese pubbliche "aveva di nuovo ceduto il posto al pessimismo": L'opinione pubblica comincia a diventare molto impaziente a causa degli indugi. Il ritorno della stagione delle piogge in Africa Orientale si avvicina, e gli eserciti ita– liani aspettano ancora gli ordini di Roma per riprendere l'avanzata. L'Italia è in im– minente pericolo se non può concludere la campagna prima del maggio prossimo. In questo caso la guerra si dovrebbe riprendere in ottobre, con conseguenze d'ordine finan– ziario, economico e morale che gli italiani desiderano evitare, se possibile (NYT. 20- XII-1935). Non pochi italiani si chiedono se Mussolini non abbia commesso un errore tattico non accettando le proposte franco-britanniche non appena furono fatte (NYT. 23-XII-1935). Quando il Re del Belgio tornò a Londra, Cortesi scrisse che "si pensò che forse fosse ritornato per domandare un atteggiamento piu conciliante verso l'Italia." "Tuttavia non molta speranza era riposta nei suoi sforzi." "Gl'italiani pensavano con tristezza che si preparavano tempi piu duri di quelli che avessero mai sperimentati." Alla fine di dicembre la vittoria di La val alla Camera dei Deputati francese "non riusd a dissipare il ma- - Iumore, con cui la gente in Italia guardava all'avvenire" (NYT. 28-XII-35). Il "disfattismo" dev'essere stato piuttosto diffuso se il giornale di 578 Bibloteca Gino Bianco

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