Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Il temporale scoppiò il giorno seguente. Baldwin dichiarò che il Co– mitato di Coordinazione "aveva approvato i negoziati": come sappiamo, il Comitato non aveva il potere di fare un passo simile, e si era limitato ad ascoltare Van Zeeland senza arrivare ad alcuna decisione (v. sopra, p. 536). Poi Baldwin affermò che "nessuna proposta era stata ancora sot– toposta all'esame né dell'Italia né dell'Abissinia"; come se fosse ammissi– bile che data l'urgenza di ottenere il consenso di Mussolini, nessuno lo avesse neppure informato di ciò che si stava cucinando !3 Poi Baldwin an– nunciò ch'egli non aveva ancora es3:m.inate le notizie date dalla stampa, ma "che gli era stato detto da coloro che avevano studiato le proposte originali e le notizie della stampa, che c'erano notevoli differenze in que– stioni sostanziali." 4 Le sue dichiarazioni furono cosi riassunte nel Manche– ster Guardian: "Non sapeva niente, non aveva sentito niente, non aveva letto· niente, non disse niente" (12-XII). Quando fu la volta di Eden, costui ripeté la menzogna che il Comi- · tato di Coordinazione aveva "espressamente approvato i tentativi di tro– vare una base di discussione tra le due parti"; per conseguenza "con piena conoscenza e approvazione dei nostri colleghi della Società" i negoziati ebbero inizio; "evidentemente, quella era la linea di condotta che la Società approvava, la linea di condotta che abbiamo seguita"; il sig. Van Zeeland era diventato "la Società." La bugia era cosi grossolana, che fu necessario ritrattarla: "Noi non abbiamo akun mandato dalla Società, poiché il Co– mitato non aveva il potere di darcelo"; ma "dopo un opinione come quel- la espressa dal Comitato della Società, non era possibile per noi restare senza far niente." In ogni caso, il piano pubblicato dai giornali era "solo 11n inizio" una "base per negoziati." Egli non aveva avuto il tempo di esaminare "tutti i giornali-" (aveva bisogno di leggere tutti i giornali?), ma in tutti quelli che aveva visti c'erano "inesattezze, notevoli inesattezze, e molti di essi si contraddicevano a vicenda." Il Governo di Sua Maestà non era in condizione di rendere pubbliche le proposte in discussione, per il fatto che esse non erano state mandate né all'una né all'altra delle parti contendenti; - dimenticò di aggiungere la parola "ufficialmente" dopo la parola "mandate." Tutti i Comitati della Società - il "Comitato dei Cin– que, quello dei Tredici e tutti gli altri," dovevano essere informati, e do– vevano partecipare ai negoziati prima che tutti i documenti fossero resi 3 Nell'udienza del 15 febbraio 1945, nel corso del processo Roatta, Cerruti disse: "In quel momento io ero Ambasciatore a Parigi... Solevo comunicare per telefono con Suvich a Ro– ma quasi ogni giorno e lo tenevo al corrente della situazione politica" (pp. 76-77). 4 Lavai affermò al processo Pétain nel 1945 che nel corso dei negoziati Sir Robert Van– sittart "soleva telefonare a Londra ogni ora ed ogni mezz'ora per informare il sig. Baldwin dei progressi nei negoziati... Baldwin era tenuto al corrente degli sviluppi. Lo ripeto: spessissimo nel corso della giornata egli era informato dal sig. Vansittart." Data la posizione di Lavai in quel momento e dato il valore che aveva per lui il dimostrare che nella questione etiopica egli aveva sempre agito in pieno accordo con il Governo inglese, la sua affermazione può essere messa in dubbio. D'altra parte, Lavai non aveva bisogno di questo particolare per la propria difesa. I 570 Bibloteca Gino Bianco t. \

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