Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

. Il piano Hoare-Laval Mussolinj, era necessario nascondere questo fatto in un dedalo di parole, parole, parole. In fondo a queste parole restava la previsione che il Govern.o italiano, grazie agli accordi del dicembre 1925 e del gennaio 1935 avrebbe avuto il sopravvento. Inoltre il piano "riconosceva che l'Italia aveva diritto ad una parte, sia pure piccola, di territorio etiopico." Cosi l'Italia non po– teva piu essere accusata di aggressione o di violazione del Patto della So– cietà; "a tal fine sarebbe bastata la cessione di un solo chilometro quadrato. ~ 17 Quando alla Camera dei Comuni, il 19 dicembre successivo, dovette sostenere il piano concordato a Parigi, Sir Samuel affermò che "da ogni parte" si ricevevano relazioni secondo cui "l'Italia avrebbe considerato l'embargo sul petrolio come una sanzione militare o un atto tale da impli– care la guerra. 118 Egli volle evitare una conflagrazione europea non meno che una guerra localizzata tra Gran Bretagna e Italia. "Non una nave, non una macchina, non un uomo" era stato mosso in occasione di quella crisi da alcun altro membro della Società. In Fr~ncia "una gran parte dell' opi– nione pubblica era molto nervosa per una rottura con l'Italia." Un attacco isolato lanciato contro una potenza [Inghilterra] "forse senza il pieno ap– poggio delle altre potenze" [Francia] avrebbe portato allo scioglimento della Società. Poteva Sir Samuel permettere che la Società si sciogliesse? Ep– p01 c'era l'enigma degli Stati Uniti. Era chiaro che la questione dell'embargo sul petrolio stava per creare una nuova situazione. Ammesso si dovesse imporre un embargo sul petrolio e che Stati non membri vi prendessero parte effettiva, pareva chiaro che l'embargo sul petrolio poteva avere un effetto tale sulle ostilità da imporre ad esse la fine. Proprio in vista dell'efficacia della sanzione sul petrolio, purché Stati non membri vi partecipassero in pieno, la situazione diventava immediatamente piu pericolosa dal punto di vista della resistenza italiana. Bisognava aggiungere che "nella guerra moderna gli eventi procedono molto rapidamente; l'aggressore può colpire con spaventosa velocità." Dopo due giorni di strenue discussioni in Parigi, "in un'atmosfera di minacciata guerra," fu raggiunta "la base minima su cui il Governo francese era di– sposto a procedere." A Sir Samuel non piacevano alcuni tratti del progetto. Ma i pericoli erano cosi gravi che egli ritenne valesse la pena di fare un tentativo. Per spiegare la condiscendenza di Sir Samuel, Toynbee (II, pp. 292-3) afferma che Lavai disse a Sir Samuel che Mussolini avrebbe lanciato un at– tacco contro la flotta britannica, se il 12 dicembre il Comitato dei Diciotto avesse raccomandato la sanzione sul petrolio; la flotta francese non sa– rebbe stata in gr~do di aiutare la flotta britannica prima di una quindicina 7 VILI.ARI, Storia diplomatica, p. 227. 8 Nel febbraio 1936, in una lettera ai suoi elettori Sir Samuel ripeté: "Entro pochi giorni era necessario decidere se noi avremmo consentito o no ad un embargo sul petrolio contro l'Ita– lia, e noi sapevamo da molte fonti che un embargo sul petrolio poteva portare a qualche atto di guerra da parte dell'Italia, come un attacco contro Malta e l'Egitto" (NYT., 8-11-36). 561 37 B101olecaGino.Bianco

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