Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Sir Samuel arrivò a Parigi nel pomeriggio del 6 dicembre. Dopo due giorni di assiduo lavoro, con l'assistenza di Lord Vansittart, nel pomeriggio dell'8 dicembre, fu approvato quello che era destinato a passare alla storia come il "Piano Hoare-Laval." Sir Samuel consenti che l'Italia ricevesse la parte nord orientale del Tigré (lasciando Axum all'Etiopia), una parte del deserto di Damakil nell'Etiopia Orientale e il deserto di Ogaden nell'Etio– pia sud-orientale. Inoltre le verrebbe riservata nell'Etiopia meridionale una "zona di espansione economica e colonizzazione." Questa zona si estendeva fino all'ottavo parallelo e al 35° (non piu 40° e neppure 38°) grado di longitudine. Essa doveva restare "parte integrante dell'Etiopia" e l'amministrazione doveva essere esercitata "sotto la sovranità dell'Impe– ratore," ma "l'Italia doveva godere diritti economici esclusivi." In cam– biò, l'Etiopia otterrebbe dall'Italia un corridoio che le desse accesso al mare. Il corridoio non veniva descritto, ma presto si seppe che esso avrebbe at– traversato il deserto di Danakil nel punto piu largo e piu torrido, e il Times di Londra ebbe da Parigi la notizia che in quel corridoio non si do– vesse costruire nessuna ferrovia tale da competere con la ferrovia di Addis Abeba-Gibuti di proprietà francese; il corridoio sarebbe consistito in un sen– tiero da cammelli. Barrar avrebbe continuato a far parte dell'Etiopia, e non si sarebbe stabilita nessuna continuità tra il territorio italiano a nord e a sud. Laval era sicuro di aver trovato quell'accomodamento "onorevole" e accettabile che avrebbe garantito gl'interessi fondamentali dell'Italia. Nel– l'accompagnare Sir Samuel alla porta del Quai d'Orsay, avrebbe detto: "Ora abbiamo finito con l'Italia. Insieme avvicineremo la Germania. 116 Se pronunciò mai realmente queste parole, esse significherebbero che Laval non si era ancora deciso definitivamente per un patto anti-inglese con Hitler, ma con– tinuava a tenersi aperte due alternative: o un accordo con Londra per te– nere giu Hitler, o un accordo con Hitler per liberare la Francia dalla posi– zione di un secondo Portogallo sotto l'Inghilterra (vedi p. 549). Non era necessario essere profondi in storia coloniale europea per ca– pire che la finzione della sovranità etiopica poteva essere lasciata cadere in qualsiasi momento. Tunisia e Marocco erano là per fornire una prova eloquente di ciò che potevano diventare certe sovranità. Lo "scambio di ter– ritori" implicava la cessione da parte dell'Etiopia di oltre 150.000 miglia quadrate in cambio di un sentiero da cammelli. Questo corridoio, al quale non si concedeva neppure una parola di descrizione era una canzonatura. Il piano, non meno di quello preparato nel settembre precedente dal Comitato dei Cinque, avrebbe offerto infinite possibilità di contestazioni. Ma dato che il suo scopo era quello di abbandonare l'Etiopia alla mercé di bilità di un embargo sul petrolio provocasse qualche atto di aggressione contro la flotta bri– tannica nel Mediterraneo (p. 222). Tuttavia, anche di fronte a questa prova, egli sostiene che la Gran Bretagna voleva la guerra e voleva fabbricare un incidente che scatenasse la guerra. 6 Le procès du Maréchal Pétain (p. 184). I 560 Biblo eca Gino Bianco

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