Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il piano Hoare-Laval Francia conservava la sua amicizia con l'Italia e concludeva il trattato in discussione con la Russia, si sarebbe potuto tenere a posto la Germania. In Francia poteva scoppiare la guerra civile, se egli avesse messo in pericolo l'amicizia franco-italiana (FE1s, p. 261). E da capo fu tirato in ballo l'alibi americano. Hull aveva escogitato la teoria che occorreva mettere un embargo sulle esportazioni al disopra del normale. "Prendendo un dato periodo dell'anno precedente come livello normale, esportiamo fino a quei livelli verso i paesi belligeranti, ·ma met– tiamo un divieto al di sopra di quei livelli" (Memoirs, I, p. 461). Pensava a domandare una legge a quello scopo. Questo avrebbe disturbato assai Mus– solini. L'ambasciatore inglese domandò a Hull se il Governo americano era in posizione di prendere un'iniziativa effettiva (cioè non solamente "morale") per evitare "un aumento" negli invii di petrolio all'Italia nel caso che la Società -delle Nazioni imponesse un embargo sul petrolio o gl'inglesi per conto ·proprio prendessero misure per prevenire "aumentate" spedizioni verso l'Italia. Hull rispose (7 dicembre) che il Governo americano "defini– tivamente" si opponeva "nei limiti della sua influenza" - cioè nei limiti del– l'embargo "morale" - alla spedizione in quantità anormali del materiale di guerra elencato nel discorso fatto da Hull il 15 novembre, ma non era pos– sibile prevedere l'atteggiamento del Congresso americano in materia. E alla sua volta domandò all'ambasciatore se cinquantadue nazioni, operanti sotto un sistema di pace collettiva, la cui vita dipendeva dal successo delle san– zioni, "avrebbero esitato o si sarebbero arrestate," e se volevano creare l'im– pressione che non sarebbero andate avanti "se qualche importante paese fuori della Società" non dava loro prima qualche certezza su quel che avrebbe potuto essere il corso della sua politica. Non gli piaceva che i membri della Società delle Nazioni usassero, per non far niente, il fatto che il Go– verno degli Stati Uniti non aveva l'autorità legale di imporre un embargo sul petrolio. L'ambasciatore inglese "non dissentf affatto," (H ULL, Memoirs, I, pp. 441-2), come se il Governo da lui rappresentato non partecipasse alla Società delle Nazioni. Comunque, in vista del fatto che non era possibile prevedere l'attitudine del Congresso americano, l'alibi americano operava, e Sir Samuel Hoare e Laval potevano liberamente attenersi alla politica da essi decisa. 4 Prima di partire per Parigi, Sir Samuel Hoare incaricò il capo dell'Uf- ficio Stampa presso il Ministero degli esteri di preparare l'opinione pubblica all'abolizione delle sanzioni. Insisté che il nuovo orientamento si effettuasse prima del 12 dicembre quando la questione sarebbe stata ripresa in consi– derazione a Ginevra. Vansittart diede le stesse istruzioni. 5 4 FEILING, p. 272: "La sanzione del petrolio imposta dalla Società delle Nazioni sarebbe assai indebolita, salvo che gli Stati Uniti riducessero al loro precedente livello le loro espor– tazioni per l'Italia, che sono piu che raddoppiate in quest'anno. Ma Hoare pensò fosse del tutto problematico che il Congresso desse al Presidente poteri cosi eccezionali." "Dopo di voi, si- gnore." s VILLARI, Storia diplomatica, p. 224. Villari afferma che Hoare temeva che la proba- 559 Bibloteca Gino Bianco

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