Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il piano Hoare-La,val la nostra pressione sull'Italia e la accresceremo finché voi sarete d'accordo." Io credo che la pressione deve continuare solo finché la Società delle Nazioni sia d'accordo, e una soluzione soddisfacente sia accettata dall'Italia. Cosf Hailé Selassié era minacciato di sanzioni nel caso in cui non accettasse il progetto che Hoare e Laval stavano cucinando. Quanto a Mus– solini, egli lo avrebbe accettato senza dubbio. Eden recitò la sua parte con quell'arte delle semi-verità ed elusioni che il lettore ha avuto cosf spesso occasione di ammirare. Una pubblicazione completa dei documenti diplomatici relativi alla questione etiopica non po– teva aver luogo "senza consultazione con alcuni altri Governi," e questa consultazione poteva "inasprire i rapporti con un'altra potenza straniera" - l'alibi del cattivo Lavai era sempre a portata di mano. 1 La sanzione sul petrolio non era stata presa in considerazione prima perché "la Società non era universale." Quando il Comitato dei Diciotto aveva abbordato la sanzione sul petrolio (v. sopra, p. 533) era forse la Società diventata uni– versale? È in gioco l'intera concezione del nuovo sistema di pace. Cinquanta nazioni sono decise a fare tutto ciò che possono per mantenere quel sistema, in cui credono sia ripo– sta la massima speranza per la loro sicurezza futura. In tale opera siamo decisi a rap– presentare la nostra parte completamente e con onore fino alla fine. L'Arcangelo della Società finf col rievocare Voltaire, il quale aveva detto che "ciò che importa è che questa nostra povera specie sia il meno miserabile possibile." Frattanto, il Morning Post (5, 6-XII) faceva sapere che l'Etiopia al disotto dell'ottavo parallelo sarebbe andata all'Italia, ma non era ancora deciso se il confine italiano si dovesse portare entro 70 miglia da Addis Abeba. Gl'italiani annettevano "la massima importanza" ad ottenere una striscia di territorio che collegasse l'Eritrea e la Somalia italiana attraverso il distretto di Harrar. Questo darebbe loro la possibilità di spostare truppe ed altro materiale della loro colonna settentrionale a quella meridionale. I francesi erano disposti ad appagare tale richiesta, ma Londra sentiva che sarebbe stato quasi impossibile persuadere il Negus a rinunciare all'Harrar. II Daily Telegraph (5-XII) sapeva che nel Tigré la città di Axum e forse anche Macallé sarebbero state lasciate all'Abissinia. Quanto all'Abissinia meridionale "il confine occidentale d'Italia si sarebbe dovuto fissare al 40° grado di longitudine secondo gli inglesi, e al 38° grado di' longitudine secondo 1 In un radiomessaggio del 26 novembre, Lavai ripeté ancora una volta che per tutto il tempo in cui si era sforzato di "localizzare" il conflitto egli aveva agito "in costante colla– borazione con la Gran Bretagna." "Fin dal principio noi fummo d'accordo sull'opportunità di evitare tutte le sanzioni militari come pure qualsiasi misura che avesse la probabilità di portare ad un blocco navale. La chiusura del Canale di Suez non è mai stata presa io considerazione ... Ho risolutamente perseguito e non cesserò dal perseguire con pazienza e tenacia il raggiungi– mento di una soluzione amichevole. Nessuno può vedere nelle sanzioni l'unico sistema per tron– care la guerra." 557 BiblotecaGino Bianco

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