Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Un altro deputato laburista, H. Dalton, sollevò la questione del petrolio. "Cessate le forniture di petrolio a Mussolini e cesserà la guerra di Musso– lini, e lui lo sa." Qual era la politica del Governo su questo punto? Era vero che gli aeroplani italiani, che volavano regolarmente tra la Somalia Italiana e l'Eritrea, scendevano su territorio britannico nella Somalia Britannica, e venivano regolarmente riforniti di carburante? Sir Samuel Hoare dichiarò che gli aeroplani italiani venivano riforniti di carburante in conseguenza di un accordo stipulato il 7 dicembre 1934 (poco dopo l'incidente di Ual-Ual) che doveva entrare in vigore il 13 dicembre 1935 (mentre la guerra continuava). Quegli aeroplani non doveva– no essere usati per scopi militari ( !) e si prendevano disposizioni per accer– tarsi che non lo fossero (!). Gli Stati membri della Società delle Nazioni "avevano accolto con particolare favore" gli sforzi che Francia e Gran Bretagna facevano per trovare la base di un accordo pacifico. D'altra parte il Governo era disposto a fare la sua parte nell'embargo sul petrolio come in tutto il campo dell'azione collettiva. Egli condannò quei critici "tanto sciocchi da albergare sospetti" che i Governi francese e inglese "tentassero di traviare la Società e imporre al mondo un accordo non accettabile alle tre parti interessate alla disputa." L'accordo segreto del 1 O settembre non era stato ancora svelato, e Sir Samuel era quindi ancora in grado di giocare sulle parole. Ogni volta che diceva "azione" voleva dire "inazione." E neppure era vero che la Società avesse approvato lo sforzo di conciliazione (v. sopra, p. 536). Il vero significato del discorso di Sir Samuel si trovava nelle seguenti parole: Non abbiamo alcun desiderio di umiliare l'Italia o d'indebolirla. In realtà deside– riamo molto di vedere nel mondo un'Italia forte, un'Italia che sia forte moralmente, fisi– camente e socialmente, e che sia capace di dare utile assistenza al mondo... Non ab– biamo il minimo desiderio d'intrometterci negli affari interni dell'Italia, e siamo molto desiderosi di vedere un'Italia forte governata da un Governo forte in quella qualsiasi forma che il popolo italiano possa desiderare. Dopo Sir Samuel Hoare, Sir Austen Chamberlain dichiarò che dopo gli Stati Uniti, l'Italia era il paese con cui meno egli avrebbe desiderato essere in dissidio. Disgraziatamente, l'Italia era colpevole di aggressione. E la sanzione sul petrolio, applicata subito, avrebbe agito in modo relativa– mente rapido. Ma l'azione collettiva era tutta la base della Società delle Nazioni. Se non si concretava l'azione comune, non si poteva far niente. Ad ogni modo, petrolio o non petrolio, una soluzione si doveva cercare e si stava cercando. Perché doveva tale soluzione essere soddisfacente solo per l'Italia, solo per la Società delle Nazioni, ma non per l'Abissinia? Se essa sarà soddisfacente per la Società, e l'Abissinia rifiuterà di accettarla, dob– biamo continuare ad applicare sanzioni, quando non solo l'Italia, ma anche l'Abissinia ha tenuto in non cale una decisione della Società?... L'Abissinia è uno Stato schiavista. Io non credo che voi possiate dire all'Abissinia: "Noi continueremo indefinitamente 556 Bibloteca Gino Bia□co

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=