Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale un comunicato sulla posizione che gli Stati Uniti intendevano prendere, ri– cevettero istruzioni "di preparare una miscela che non fosse né troppo debole né troppo forte, né troppo chiara né troppo oscura. 1112 E il New York Times (2-XII) fu in grado di predire che se Mussolini avesse dimostrato uno spi– rito conciliante tale da permettere ai negoziati di continuare, l'embargo sul 1. . bb " 1 . " "b h' bb petro 10 s1 sare e reso e astico e enc e votato, non sare e stato posto in opera per un tempo indeterminato." Il trionfo del Duce non conobbe li– miti quando il sig. Ickes spiegò che la sua dichiarazione del 21 novembre era stata fraintesa: egli non aveva mai pensato a suggerire un embargo sulle spedizioni di petrolio a tutti i belligeranti (3 dicembre). L'Associated Press telegrafò da Roma che la dichiarazione del sig. Ickes nella forma originaria "d. " 1 . " bbe ff aveva causato 1sappunto ma a versione corretta avre avuto e etto molto gradevole e certo sarebbe stata bene accolta in Italia." Minacciando il finimondo Mussolini aveva vinto anche questa partita. Volendo sempre meglio sfruttare l'alibi americano, Avenol sollevò (29 · novembre) col delegato degli Stati Uniti a Ginevra, la questione dell'effetto che il rinvio dell'embargo sul petrolio avrebbe avuto sulla posizione ameri– cana. È chiaro che il rinvio avrebbe lasciato le cose dove erano. Avenol voleva solamente poter dire che, non essendo possibile prevedere quel che gli Stati Uniti avrebbero fatto, era opportuno non far niente. Hull rispose (2 dicembre) che se si prediceva la natura e la durata dell'embargo "morale" americano sul petrolio, questo fatto sarebbe stato immediatamente interpretato come una promessa di cooperazione con la Società delle Nazioni, e ogni discorso di questo genere avrebbe seriamente imbarazzato il Governo americano. Nella realtà Hull non era affatto spiacente per quel rinvio. Disse all'amba– sciatore inglese che i piani americani non erano stati in nessun modo turbati (Memoirs, I, p. 441). 12 FEIS, Inte,national Epzsodes, p. 254. Feis dà informazioni divertenti sull'imbarazzo dei funzionari incaricati di redigere documenti che non volevano dire niente, ma che dovevano aver l'aria di dire qualche cosa. 554 Bibloteca Gino Bianco

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