Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale in ogni caso, moriamo combattendo invece di morire come topi in trappola" è l'at– teggiamento di una grandissima parte dell'opinione pubblica italiana, forse della maggio– ranza (NYT. 28-XI). Verso la fine di novembre gli amici di Mussolini in Francia, Inghilterra e negli Stati Uniti erano unanimi nel ripetere che l'uomo sarebbe arrivato a qualunque estremo, e, naturalr:nente, tutti "gli italiani" con lui. Mrs. Anne O'Hare McCormick testimoniò che "il risentimento covante negl'italiani" si aggravava ogni g10rno: È piu che mai evidente, dopo che sono state applicate le sanzioni, che se l'Italia fosse completamente privata di rifornimenti, si avrà come conseguenza, dato l'attuale stato d'animo popolare, non la pace, ma la spada. È inutile sperare che questo paese accolga inerte lo strangolamento. Le sanzioni potranno alla fine sconfiggerlo, ma non prima che esso abbia perduto ogni speranza. E se sarà spinto alla disperazione non sarà il solo a cadere (NYT. 24-XI). Cortesi non poteva formarsi un'opinione diversa: "L'irritazione aumen– ta ogni giorno e si tratta di vedere fino a quando essa potrà essere domi– nata, prima che esploda in qualche forma clamorosa, che può provocare gravi complicazioni" (NYT. 25-XI). Il corrispondente italofilo da Roma del Temps di Parigi annunciò che "si poteva osservare nella popolazione ita– liana una certa inquietudine; persone bene informate si chiedevano a che cosa potesse condurre l'attuale situazioJ)e e correvano molte voci pessimi– stiche" (27-XI). Persone ritornate da Roma a Parigi riferirono che Musso– lini stesso soffriva "di grande depressione mentale"; non vedeva quasi nes– suno; era diventato "assolutamente impossibile parlargli" (MG. 28-XI). L'Associated Press rivelò che una "squadra suicida" di 125 aviatori, votati a morte sicura, era pronta a colpire la flotta britannica nel Mediterraneo. Ciascun pilota, portando un'enorme bomba nel proprio aeroplano, avrebbe scelto una nave da guerra nemica e si sarebbe precipitato su di essa (28 novembre). Per dimostrare che faceva sul serio, Mussolini ordinò di avver– tire un certo numero di delegati a Ginevra (30 novembre) che avrebbe considerato come "un atto non amichevole" qualsiasi esecuzione della de– cisione del 6 novembre. L'Ambasciatore americano a Roma era "profon– damente turbato" per la possibilità che l'Italia ricorresse a rappresaglie anche contro gli Stati Uniti. 8 Chi, come Amleto, simula la pazzia, è già mezzo matto; la sua simu– lazione è tanto piu perfetta quanto piu è vera. Perciò alcune precauzioni non erano fuori di luogo. Su richiesta dell'Ambasciatore inglese a Parigi, Lavai informò Mussolini che qualsiasi sua iniziativa ostile contro la Gran Bretagna sarebbe stata considerata altrettanto ostile a tutti gli Stati della Società delle Nazioni, compresa la Francia (29 novembre).9 Inoltre Lavai s FEis, International Episodes, p. 250. 9 ~ assai probabile che Laval sia stato spronato anche dalle inaspettate ambizioni di Mus– solini verso la ferrovia Gibuti-Addis Abeba. I 552 Bibloteca Gino Bianco

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