Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Esce di scena De Bono,· entra Badoglio grandi città, custodi di antiche civiltà, e dopo gli effetti delle bombe ato– miche, poche persone si sentirebbero turbate da ciò che accadde nel 1935 e 1936 in Etiopia. Quello fu un gioco da bambini. Inoltre, si dovrebbe tener presente che durante la conferenza per il disarmo a Ginevra, nel febbraio 1933, Lord Londonderry aveva insistito che la Gran Bretagna aveva biso– gno di aeroplani da bombardamento per proteggere vite umane e proprietà "in certe zone remote." "Il mondo è rotondo" osservò il delegato turco "che cosa è una zona remota?" Il 22 maggio 1935, Lord Londonderry disse alla Camera dei Lords che egli aveva "incontrato la massima difficoltà in quell'epoca [1933], in mezzo ai clamori del pubblico per far salvo l'uso degli aeroplani da bombardamento perfino sui confini del Medio Oriente e dell'India, dove soltanto gr_aziealla presenza dell'arma aerea noi possiamo controllare questi territori senza le gravi perdite di uomini e di ricchezze che avevamo nel passato. " 6 Nel 1935, gli etiopici raccolsero ciò che Lord Londonderry aveva seminato nel 1933. E dopo gli spagnoli raccolsero a Guernica e piu tardi gli inglesi a Coventry. E oggi i cieli proclamano la glo– ria di Lord Londonderry e il firmamento mostra la sua opera. Nel 1935 il mondo non aveva ancora fatto il callo. L'indignazione fu grande, specialmente per l'atteggiamento del genero e di due figli di Mus– solini, che prestarono servizio in Africa come bombardieri. Oltre all'aver preso con sé corrispondenti stranieri che fossero testimoni oculari delle loro eroiche gesta, i due figli di Mussolini pubblicarono il racconto delle loro azioni, descrivendo come "molto piacevole" il mitragliamento aereo di un gruppo di indigeni, i quali "si aprirono proprio come una rosa che fiori– sce"; oppure com'era stato "molto divertente" applicare fuoco a piccoli villaggi: "Dio, come correvano!" "Circondati da un cerchio di fuoco, circa cinquemila abissini trovarono la morte. Era come un inferno. 117 De Bono importò in Etiopia, insieme con questa specie di civiltà, l'abo– lizione della schiavitu, con un proclama del 14 ottobre che cominciava con queste parole: "Genti del Tigré: udite. Voi sapete che dove sventola la bandiera d'Italia H è la libertà." Cosi Mussolini, dopo essere stato parago– nato al Nilo poteva ora essere equiparato a Lincoln. Ma De Bono, che non era privo di un certo umorismo, spiegò in seguito nel modo seguente gli effetti del suo editto: Devo dire che il bando non fece grande effetto né sui proprietari di ~chiavi e forse meno sugli stessi schiavi liberati. Molti di costoro, appunto lasciati in libertà, si presen– tarono alle nostre autorità domandando: "E adesso chi mi dà_ da mangiare? " 8 L'invasione ben presto si arenò in difficoltà di organizzazione e di ri– fornimento dovute alla mancanza di strade. Il corrispondente del New York 6 JOHNSON, Antbony Eden, p. 224; SoruMAN, Europe on tbe Eve, p. 34. 7 SoruMAN, pp. 226-227. 8 DE BoNO, p. 173. Bibloteca Gino Bianco 539

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