Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale rebbe che la lettera fosse anteposta allo spirito di quel documento." "Un abisso senza fondo" si apriva davanti agli uomini di Stato britannici e francesi "nel quale correvano pericolo di sdrucciolare." Il Daily Herald di Londra (30 ottobre) annunciò che Sir Maurice Peterson e il suo equivalente francese, il Conte di St. Quentin, avevano abbozzato un progetto al quale occorreva soltanto l'approvazione inglese prima di essere sottoposto alla Società. Questo progetto, in sostanza, andava incontro alle domande fatte da Mussolini due settimane prima. Sir Samuel condannò questi "bisbigli e insinuazioni," e parti per Gi– nevra. A Ginevra ebbe un incontro con Laval, Aloisi e il delegato belga Van Zeeland (1° novembre). Il giorno seguente, il Comitato di Coordina– zione fissò il 18 novembre per la messa in opera delle sanzioni già con– cordate. Ma quando i delegati stavano per andarsene, Van Zeeland improv– visamente propose che ai Governi inglese e francese "fosse affidata la mis– sione di cercare, sotto gli auspici e il controllo della Società, e nello spirito del Patto, gli elementi di una soluzione accettabile dalla Società delle Na– zioni, dall'Italia e dall'Etiopia." Questa proposta, che evidentemente era stata complottata nella riunione del giorno precedente, aveva lo scopo di rendere responsabile la Società di quanto era stato preparato dietro alle quinte. Ma il Comitato di Coordinazione era stato istituito per studiare l'applicazione delle sanzioni, e non per promuovere la conciliazione. La proposta di Van Zeeland avrebe potuto essere discussa soltanto dal Consiglio o dall'Assemblea della Società. Perciò essa fu soltanto registrata nel pro– cesso verbale e nulla piu. Dopo di che Sir Samuel Hoare e Laval sosten– nero che la proposta di Van Zeeland "rappresentava il sentimento unanime dell'adunanza" e i giornalisti che appartenevano alla manovra, annunciarono che Hoare e Laval avevano ricevuto dalla Società "un mandato morale n a negoziare. Van Zeeland, venne cosf a incarnare tutta la Società! E il popolo inglese fu informato che c'erano motivi di essere ottimisti: Circoli politici italiani ammettono ora che l'Imperatore di Abissinia dovrebbe essere consultato su qualsiasi soluzione della controversia abissina, e questo costituisce un avvi– cinamento al punto di vista inglese. Si ha pure l'impressione che sia imminente un accordo sul ritiro di alcune unità navali inglesi dal Mediterraneo. Tuttavia non si ritiene probabile che si raggiunga alcun accordo prima delle elezioni britanniche, per conside– razioni elettorali (Daily Telegraph, 7-XI). Cortesi riferf che si riteneva in Italia che i negoziati tra Italia, Francia e Gran Bretagna avessero una ben piccola probabilità di successo, finché l'Italia fosse tenuta sotto la minaccia dei cannoni inglesi; Mussolini rifiu– tava nettamente di richiamare un solo uomo dalla Libia salvo che non avesse la positiva assicurazione che tale azione sarebbe seguita dal richiamo di parte della flotta britannica (7 novembre). Ma la situazione militare in Africa Orientale pareva offrire la deside– rata occasione per un intervento. Il piano di operazioni elaborato da Bado- 536 I Biblo e\.laGino Bianco

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