Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Sanzioni ed elezioni Per un com1z10 che si doveva tenere a Coventry, nel quale doveva parlare, si ricevettero 25.000 richieste di biglietti, per quanto si potessero collocare soltanto 3000 persone. Non era possibile mettere in dubbio le sue parole: È moda per gli uomini politici desiderare di ritirarsi dalla vita pubblica - per ba– dare a maiali, polli e godersi un boccale di birra accanto al focolare. Prometto che non mi consentirò di indulgere in simili aspirazioni... Sono convinto che andiamo tutti verso un'èra in cui le nazioni faranno uno sforzo per comprendersi a vicenda ... Soltanto attra– verso la Società delle Nazioni possiamo sperare di creare nel mondo quel nuovo ordine, nel quale nessuna nazione dovrebbe contemplare, neppure per un istante, l'uso della guerra quale strumento di politica nazionale.. Siamo pronti in ogni tempo a fare la nostra parte nel mantenimento della pace... Il mondo deve arrivare a questo scopo o pe– rire. Noi vedemmo la guerra. Non vogliamo vederne un'altra ... Come possiamo evitarne un'altra? ... La Società delle Nazioni ci dà i mezzi di evitare che una simile situazione si ripeta (28 ottobre, 9 novembre). Perfino uomini eccezionalmente perspicaci e di ampia esperienza quali Philip Snowden e Lloyd George si lasciarono ingannare da lui. Il primo contrappose Eden; a Sir John Simon. Se quest'ultimo "si fosse reso conto dell'uso lamentevole che aveva fatto dell'alto ·e delicato ufficio, che fortu– natamente gli era ora stato tolto per il bene del paese, celerebbe la testa in qualche nascondiglio, nella speranza che il suo miserabile passato fosse dimenticato." Non era che giusto pagare "un caldo tributo personale al sig. Eden, che, in circostanze estremamente difficili, aveva dimostrato gran– de coraggio e capacità piu che ordinaria." Disgraziatamente "era stato osta– colato dalla mancanza di cordiale appoggio da parte dei suoi colleghi" (16 ottobre). Lloyd George ebbe "la impressione che se a Eden fosse stata data mano libera, avrebbe fatto meglio, e che quindi non era corretto giu– dicarlo in base all'inefficacia dell'azione intrapresa" (25 ottobre). 11 I colleghi di Eden protestarono che egli attuava la politica di un Go– verno omogeneo (Sir Samuel Hoare, 22 ottobre); Eden "mentre trattava le questioni a Ginevra, era stato in costante contatto coi suoi colleghi di Londra, ed ogni sua azione era stata approvata all'unanimità 11 (Baldwin, 23 ottobre). "Eden ed io siamo stati nel piu pieno accordo possibile in tutte queste settimane, in cui abbiamo lavorato insieme" (Sir Samuel Hoare, 30 ottobre). Eden stesso insisté che "non c'era mai stata in alcuna occasione neppure la minima differenza d'opinione tra lui e Sir Samuel Hoare" (8 novembre). Forse esagerava. C'era probabilmente la differenza che Sir Sa– muel voleva aiutare Mussolini e salvargli la faccia, prima che si verificasse qualche crisi pericolosa, mentre Eden avrebbe preferito lasciare che le cose seguissero il loro corso finché la· crisi si verificasse, e allora aiutare a cavar- 11 Eden riusci a ingannare anche un osservatore acuto e scaltro come F. L. SCHUMAN (Eu– rope On The Eve, pp. 204 sgg.). Lo scrittore di questo libro deve confessare che anche lui fu messo dentro. Gli fu necessario uno studio meticoloso delle parole e degli atti di Eden, per arrivare alla conclusione che l'uomo era stato sempre il complice consapevole e necessario di Simon, Hoare e Laval. 531 Bibloteca Gino Bianco

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