Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale possibile fermarsi alle sanzioni economiche: esse sarebbero necessariamente degenerate in sanzioni militari e avrebbero portato a guerra sicura. 6 Alla cerimonia annuale d'insediamento del Sindaco di Londra (10 novembre), Sir Samuel Hoare annunciò di nuovo che gli inglesi avevano accettato il Patto, erano tenuti a mantenere la loro parola ed erano decisi a mantenerla di fronte all'Europa e al mondo. Ma erano risoluti anche ad associarsi a qualsiasi tentativo "onorevole 11 che "ponesse fine alla guerra . abissina. 11 "Questa è la nostra politica. Essa _non è mutata dopo il mio di– scorso di Ginevra né muterà dopo le elezioni. 11 Non una parola delle sanz10n1. Lavai seguiva i soci inglesi. Quando cominciarono i negoziati fra gli esperti militari inglesi e francesi per una eventuale azione comune (30 ot– tobre), gli esperti francesi ricevettero istruzioni di ridurli a niente. Laval scantonava nel Mediterraneo come Sir Samuel Hoare scantonava per la Re– nania. "Abbiamo ricevuto ordini, 11 disse il 31 ottobre uno degli esperti francesi, "di fare una politica di menzogna. Decidiamoci, dunque, a dire francamente sf o no. Bisogna smetterla di dire sf, per rimangiarsi subito dopo la parola. 117 La situazione, mentre era incoraggiante per il Duce in Inghilterra, non era scoraggiante in America. Petrolio, rame, camions, trattori erano esportati in Italia e nelle colonie italiane in crescenti quantità. A vero dire, il Presidente si appellò al popolo americano (30 ottobre) perché si astenesse dal commerciare e guadagnare coi belligeranti, e cosf prolungare la guerra. Il Governo si teneva informato di tutto quanto era spedito a "entrambi" i belligeranti (come se Hailé Selassié potesse importare niente senza per– messo degli inglesi, francesi e italiani: effetto della equidistanza neutrale fra i due belligeranti). Gli uomini d'affari americani ascoltarono il nuovo sermone domenicale del loro Presidente, e continuarono ad esportare piu petrolio in Italia. 8 assume un atteggiamento insolente); pp. 178-79 (conversazione Hoare-Aloisi a Ginevra, in cui Hoare dice che non può prendere una decisione prima delle elezioni); p. 179 (conversazione Lord Perth-Mussolini, 5 novembre). 6 Viliari afferma che "era evidente che la Gran Bretagna considerava la possibilità di tra– sformare le sanzioni economiche in sanzioni militari" (p. 149); "parecchi membri" del Governo inglese (Eden?) speravano di "inscenare un incidente che autorizzasse un'azione militare" (p. 156; anche pp. 144-5, 188); un funzionario inglese a Ginevra fece informare un funzionario italiano (verso la fine di settembre) che "era opinione generale che il Governo inglese avesse deciso di ap– plicare sanzioni economiche e militari" (p. 146); il delegato spagnolo Madariaga, "informò il suo Governo ai primi di novembre che la Gran Bretagna aveva tutta l'intenzione di entrare in guerra con l'Italia" (p. 176). La fonte di queste informazioni non è citata, né è possibile sapere se il funzionario inglese parlasse seriamente o facesse un bluff per proprio conto o per ordine superiore. Villari tuttavia sa che proprio nei mesi in cui venivano applicate le sanzioni "grandi quantità di merci italiane arrivarono in Inghilterra" e merci inglesi, la cui esportazione era assolutamente proibita, trovavano la strada per l'Italia; nel momento culminante della campagna sanzionista, 100 motori da aeroplano Rolls-Royce furono scaricati alla Spezia per l'aeronautica ita– liana (p. 180). Quando si pensa alla funzione vitale che ebbe l'aviazione italiana nella guerra etiopica, bisognerà ammettere che il Governo britannico aveva scoperto un sistema piuttosto sin– golare di prepararsi alla guerra con l'Italia. 7 PERTINAX, The Gravediggers of France, pp. 385-6. 8 HuLL, Memoirs, I, p. 460 afferma che "mentre l'esportazione verso l'Italia di materiali usabili nel produrre armi e munizioni era fortemente cresciuta, l'aumento sarebbe stato senza dub– bio molte volte maggiore, se non ci fosse stata la pressione morale dell'Amministrazione e della 526 Bibloteca Gino Bianco

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