Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale verno italiano - con o senza sanzioni: in altre parole volevano capra e cavoli. L'Arcivescovo di Canterbury pronunciò uno di quei sermoni ambigui tipici dell'eloquenza ecclesiastica i quali hanno fruttato a~ vescovi, nella vita come negli scacchi, la nomea di muoversi obliquamente.3 Soltanto un oratore non laburista, Lord Cecil of Chelwood, affermò in termini espliciti la necessità di troncare la guerra con tutti i mezzi effi– caci disponibili. Dei quattro oratori laburisti, soltanto Lord Strabolgi assunse un at– teggiamento deciso analogo a quello di Lord Cecil. Lord Snell sostenne che il Governo britannico aveva un obbligo tassativo di schierarsi in ap– poggio della Società, ma ebbe cura di evitare qualsiasi accenno all'oppor– tunità che la Società arrivasse fino ad imporre un embargo sul petrolio o sanzioni militari in caso di bisogno; si accontentò di dire che "era odioso dover usare sanzioni"; e dedicò la maggior parte del tempo ad una disqui– sizione sulla filosofia della non resistenza al male, sull'inutilità della forza e sul Socialismo, che risolverà tutti i problemi. Lord Noel Buxton diede il suggello della sua approvazione alla politica di Sir Samuel Hoare che non trattava la questione abissina come un caso di ribellione alla Società da parte del Governo italiano. Gli inglesi erano stati forse troppo pazienti nel trattare l'Abissinia; "era naturale che gli italiani fossero forse meno pazienti." Il Governo italiano avrebbe potuto facilmente presentare alla Società una buona causa fondata su due argomenti: le condizioni interne dell'Abissinia e il diritto dell'Italia ad avere delle colonie. Disgraziatamente esso era ricorso alla guerra. L'aggressione doveva essere punita. La guerra doveva essere troncata. Ma era assurdo sostenere che neppure \ln pollice di Abissinia dovesse restare sotto l'occupazione italiana. L'insistere che non . si dovesse fare alcuna proposta, finché tutti i soldati italiani non fossero stati ritirati, avrebbe prolungato la guerra e le sofferenze. D'altra parte un completo ripristino della sovranità dell'Abissinia sui territori, che essa aveva maltrattati, senz'alcun controllo da parte della Società, avrebbe gettato i semi di futuri torbidi. La Società doveva istituire un proprio Ufficio colo– niale. Altrimenti sarebbe stato forse difficile evitare certe annessioni da parte dell'Italia. La Commissione dei Cinque a Ginevra aveva riconosciuto il bi– sogno di porre l'Abissinia sotto vigilanza. Le sue proposte dovevano essere allargate piuttosto che ristrette. Se l'Italia non avesse ricevuto piu di quanto avrebbe potuto ottenere senza guerra, questo solo fatto sarebbe stato per lei un fiasco gigantesco. Non una parola sulle sanzioni, né pro né contro. Lord Ponsonby of Shulbrede riaffermò il suo inflessibile atteggiamento pa– cifista contrò ogni e qualsiasi sanzione. Era evidente che Mussolini aveva ben poco da temere alla Camera dei Lords da un Partito laburista che di– mostrava dissensi cos1 profondi, e da oratori cos1 sconclusionati come Lord Buxton. 3 La traduzione non può rendere il doppio senso del testo, dovuto al fatto che in inglese bisbop significa al tempo stesso vescovo e alfiere del gioco di scacchi. [N.d. T.] 524 Bib otel;a Gino Bianco

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