Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda gue,-ra mondiale verno stava smantellando la "Signoria del Carnaro" di D'Annunzio, Mus– solini assunse un atteggiamento che D'Annunzio a ragione stigmatizzò come tradimento. Ma passata la crisi, Mussolini iniziò una rumorosa campagna di vituperii contro gli uomini politici responsabili dell'" olocausto" fiumano. In questo momento egli comprese che una rivoluzione sociale in Italia era fuori questione. Allora cominciò quella ritirata strategica che doveva trasformarlo da scalmanato ultra-rivoluzionario nel condottiero e stratega della contro-rivoluzione italiana. Quanto piu annacquava il vino rivoluzio– nario, tanto piu alcool aggiungeva al cocktail ~azionalista. Il delirio nazio– nalista serviva a mascherare la ritirata dalle posizioni rivoluzionarie. Il pa– triottismo era l'ultimo rifugio del briccone. Eletto alla Camera dei Deputati, rivendicò nel suo primo discorso, 20 giugno 1921, la sua "parte di responsabilità morale" per l'attacco armato dei fascisti contro un gruppo di pacifici tedeschi che sfilavano in corteo a Bolzano il 24 aprile dello stesso anno, attacco in cui una persona fu uccisa e ventotto ferite. Con quest'atto di valore, egli dichiarò, il fascismo segnava "i limiti oltre i quali non intendeva vedere avanzare i tedeschi." Nel set– tembre 1921 si assunse un'altra "responsabilità morale": quella degli atti di ostilità con cui i nazionalisti e i fascisti avevano accolto una missione militare francese a Venezia (PI. 27-IX-1921). Già nel gennaio del 1921 aveva annunziato: "È destino che il Mediterraneo torni nostro" e che "Ro– ma torni la città direttrice della civiltà in tutto l'Occidente d'Europa" (PI. 6-11-1921): la Francia era, dunque, messa nel cantuccio. Nel gennaio 1922, dopo una gita a Cannes per la famosa Conferenza internazionale, che segnò una aperta rottura tra il Foreign Offz·ce britannico e il Quai d'Orsay, Mussolini diede di nuovo il suo appoggio alla Francia. Tutti dissero: "Il Governo francese deve averlo di nuovo comprato." In tutti i discorsi, nelle settimane che precedettero la "Marcia su Roma," ac– centuò la nota anti-britannica. Nel luglio 1922 notò con piacere che "il na– zionalismo arabo era in pieno sviluppo nel Medio Oriente." "È evidente che abbiamo eccellenti carte da giocare nel Mediterraneo Orientale." Il 6 set• tembre chiese che la politica estera italiana "la rompesse una volta per sempre con la sua soggezione all'Inghilterra." Il 1 ° ottobre scrisse: Per quattro anni interi, dall'armistizio in poi, l'Inghilterra ha perpetrato la piu grande· mistificazione politica che sia lecito pensare, ai danni dell'Europa e del mondo. È da Londra che il ricostruzionismo è stato bandito come il dogma del dopoguerra ... Giova subito dire che noi, come non abbiamo mai riposto fede alcuna in quella austera società d'imbroglioni che siede ancora a Ginevra senza avere nemmeno una vaga no– zione dell'enorme ridicolo che la circonda, cos1 non abbiamo mai creduto al pacifismo inglese, al ricostruzionismo inglese, a tutte le fumose ideologie societarie che ci veni– vano dal mondo anglo-sassone... Bisogna prepararci alla eventualità di attuare una poli– tica praticamente anti-inglese... Non è interesse italiano contribuire al mantenimento dell'impero inglese: interesse italiano è collaborare a demolirlo (PI. 1-X-1922). Il 4 ottobre insisteva: 28 Bib o.. ca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=