Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale le sanzioni dovevano essere ridotte a una farsa. Cosf fu risoluto il problema della quadratura del circolo. Il piano avrebbe funzionato soltanto se la guerra fosse durata abba– stanza per esaurire la riserva italiana di oro e di divise estere.7 Neville Chamberlain sperava tuttora che la Società delle Nazioni po– tesse vinc~re: "Sarebbe un meraviglioso guadagno per il mondo, e per una ripresa del progresso, se la Società funzionasse." Scrisse nel suo diario: 19 ottobre. - L'ho sempre detto jo che quando si fosse arrivati a una decisione, Laval sarebbe venuto dalla parte nostra, sebbene avrebbe esitato e cavillato fino all'ul– timo momento. Ma i francesi sono stati sleali quanto potevano (FEILING, p. 268). La colpa era sempre tutta dei francesi! Mussolini non fu affatto disturbato da quel genere di sanzioni. Anzi dette loro il benvenuto, dal momento che impedendo dall'Italia l'esporta– zione del riso, formaggio, frutta, verdura, vino, tessuti di lana e cotone, il Comitato di coordinazione teneva bassi i prezzi sul mercato italiano e il disagio che generalmente accompagna la guerra, non sarebbe stato molto sentito in Italia. Per mantenere bassi i prezzi, Mussolini aggiunse a quelle del Comitato propri divieti di esportazione. In aggiunta, lui stesso escluse dall'Italia 128 merci, salvo licenza di importazione. "Il calcolo alla base di questa disposizione era che alcuni mem– bri della Società delle Nazioni potessero essere distolti dal votare ulteriori sanzioni per la paura di perdere il mercato italiano, mentre altri potreb– bero essere attratti ad appoggiare l'Italia dalla speranza di guadagnare quel mercato. 118 Il carbone inglese non fu a~messo, ma il carbone germanico e quello polacco non furono banditi. Cosf Mussolini poté vantarsi di met– tere anche lui sanzioni contro l'Inghilterra, mentre i suoi amici ed agenti in Inghilterra poterono lamentarsi che i minatori inglesi restassero disoc– cupati per amore della sicurezza collettiva, della Società delle Nazioni e di altre simili mistificazioni. Le produzioni di tutti gli autori drammatici appartenenti a nazioni sanzioniste furono bandite dal teatro italiano. Furono fatte eccezioni per quegli "intellettuali" francesi che avevano appoggiato l'Italia e per due soli al punto che essa assalisse gli Stati che applicavano quella pressione nei suoi confronti. Sembra che gli uomini di governo credessero sinceramente di poter camminare su una corda tesa e con– durre la pressione in modo da togliere a Mussolini la possibilità di una successo in Etiopia, e nello stesso tempo non spingere Mussolini a un attacco disperato contro la flotta britannica nel Mediterraneo." Con tutto questo si legge nello stesso libro, pp. 313, 317, che "il Consiglio della Società delle Nazioni agf prontamente, e trovò che l'Italia aveva violato le sue obbligazioni ri– correndo alla guerra. L'Assemblea ratificò questo responso e immediatamente creò un comitato per discutere le sanzioni. Prima che l'Assemblea si aggiornasse, certe sanzioni furono applicate." L'affermazione sarebbe corretta, se la parola "inefficaci" fosse stata interpolata tra la parola "certe" e la parola "sanzioni. " 7 WALKER-SMITH, Neville Chamberlain, p. 227: "Vi fu in tutti un calcolo sbagliato sulle forze relative dell'Italia e dell'Abissinia, sul tempo che gli italiani avrebbero messo a port~re a termine la conquista militare dell'Abissinia. Se la campagna avesse richiesto due o piu anni, come era la opinione prevalente nell'autunno del 1935, l'applicazione delle sanzioni avrebbe po– tuto avere qualche effetto nello sconsigliare l'impresa." a FEis, International Episodes, p. 211. 510 Bib1otecaGino Bianco

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