Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Quando la farsa fu finita, Eden nella Camera dei Comuni spiegò la mancanza di un embargo sul petrolio col fatto che il divieto "non poteva esser reso efficace dalla sola azione della, Società." Un deputato interruppe: "Che diceva l'America?" Eden ignorò l'interruzione (18-VI-36). Due gior– ni dopo Baldwin affermò che "la semplice ragione" per cui la sanzione del petrolio non era stata adottata, era che il Governo britannico non aveva "alcun motivo di ritenere" che gli Stati Uniti avrebbero proibito l'espor– tazione di petrolio. "Una utile domanda da rivolgere a chi parla di questo argomento è come egli avrebbe impedito che il petrolio arrivasse dagli Stati Uniti in Italia e in Abissinia. È una domanda a cui non è facile ri– spondere." Attlee non fu soddisfatto di questa storia e domandò: "Fu fatto qualche tentativo per sapere che cosa avrebbero fatto gli Stati Uniti d'A- · merica?" È comodo dire che gli Stati Uniti d'America non sono membri della Società. Ma non abbiamo mai avuto prova che sia stato fatto qualche tentativo per indurre gli Stati Uniti a partecipare ad un'azione comune (23-VI-36). Parlando dopo Attlee, sir J ohn Simon ricordò che "un'enorme prov– vista" di petrolio era "fuori dell'anello costituito dagli Stati della Società delle Nazioni" ed "era questa considerazione che aveva reso necessario per il Comitato di Ginevra, pur approvando in principio la sanzione del petrolio, di esaminare come essa si potesse effettivamente attuare." Sir John non voleva "dire una parola di biasimo" riguardo alle buone intenzioni di alcun uomo di governo negli Stati Uniti d'America, ma il fatto era che gli Stati Uniti "non avevano il potere di proibire l'esportazione di petrolio." Sir John si guardò bene dallo spiegare che non erano "gli Stati Uniti" che non avevano alcun potere di proibire l'esportazione del petrolio. Era il Presidente Roosevelt che non aveva quel potere senza una legge del. Con– gresso, ma avrebbe potuto esservi autorizzato. Gli fu mai chiesto di dichia– rare se fosse o no disposto a domandare al Congresso di porre un embargo sul petrolio? E ci sarebbe stato mai un Congresso che gli avrebbe concesso tale autorità finché c'erano ragioni di credere che i Governi britannico e Company mandò 2026 carri ed automobili tra il 30 marzo e il 7 agosto. Il valore era di $ 1.352.911. L'insieme delle esportazioni nelle colonie dell'Africa italiana dagli Stati Uniti ammontava a soli $ 10.617 nell'agosto 1934, ma nell'agosto di quest'anno esse salirono improvvisamente a $ 1.704.019. Piu che metà del commercio in agosto era costituito da camions americani. Inoltre il Dipartimento del Commercio ha calcolato che benzolo per il valore di $ 300.000 fu mandato nell'Africa italiana in quel mese. Anche il commercio americano con la penisola italiana è cre– sciuto in luglio e agosto. L'aumento comprende rottami di ferro, cotone e rame. Una rela– zione del Dipartimento di Commercio sul commercio estero dimostrava che in agosto l'Africa italiana era al primo posto come mercato per camions con 1021 pezzi valutati $ 1.017.244 in confronto a 182 e $ 90.319 in luglio. Questi aumenti furono anteriori all'inizio della vera e propria guerra." M. J. BROWN, How Sanctions Failed, p. 357: "L'Italia spostò una parte dei suoi acquisti di petrolio verso gli Stati Uniti. Questi tra il 1931 e il 1934 avevano contribuito al suo rifornimento solo nella misura del 6,½ per cento. Per tutto il 1935 la proporzione degli acquisti sali al 12,½ per cento, e nei tre mesi di guerra di quest'anno [gennaio-marzo 1936] fu del 17,8 per cento." Dato che poteva importare petrolio dagli Stati Uniti, Mussolini poteva im– porre "le proprie sanzioni" contro il petrolio rumeno e russo. 504 BiblotecaGino Bianco

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