Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale sola persona che può effettivamente sollevare e dirigere la opinione morale è il Presidente degli Stati Uniti, e se lui fa il tentativo io non dubito del successo. 118 Dall'altra parte dell'Oceano, a Baldwin non pareva vero di nasconder– si dietro a Roosevelt: "lo non consentirei mai a far partecipare questo paese a un blocco, salvo che non fossi assicurato in precedenza sull'atteg– giamento degli Stati Uniti" (25 ottobre). Ancora una volta il Governo ame– ricano era reso responsabile di ur:i' azione che il Comitato di Ginevra non avrebbe intrapresa. Alla Camera dei Comuni, il 24 ottobre 1935, il deputato laburista, colonnello Wedgewood, chiese al ministro degli Esteri se la Società delle Nazioni avesse preso contatto col Governo degli Stati Uniti sulla questione se arrestare o no il rifornimento di petrolio tanto all'Italia quanto all'Eri– trea. La risposta fu "negativa." Sir Thomas Holland non era quindi sicuro di essere sulla buona stra– da, quando affermò che "se la Società non avesse adottato inutili mezze mi– sure, gli Stati Uniti non avrebbero mai intralciato la sua attività; gli Stati Uniti si sarebbero vergognati di star fuori. 119 Ad ogni modo, se il tentativo di cercare la cooperazione degli Stati Uniti fosse stato fatto e fosse fallito, la responsabilità per l'insuccesso dell'embargo sul petrolio sarebbe pesata decisamente sul Presidente, sul Congresso e sul popolo degli Stati Uniti, e non su Hoare, Eden, Lavai e i loro complici di Ginevra. Se dobbiamo prestar fede ad un giornalista inglese, che in quei gior– ni era in intimo contatto con ambienti americani a Ginevra, il Presidente Roosevelt aveva ottenuto dai produttori americani di petrolio il consenso che avrebbero sospeso le esportazioni di petrolio in Italia, ed aspettava solo di sapere quando l'embargo sarebbe stato messo in vigore dalla Società. Desiderava istituire quel divieto negli Stati Uniti prima della Società, in modo da non avere l'aria di seguire l'esempio di Ginevra, ma doveva essere sicuro in precedenza di quanto la Società avrebbe fatto. "Non dimentiche– rò mai l'indignazione dei circoli americani a Ginevra quando si seppe che i Governi inglese e francese avevano abbandonato il Presidente Roose– velt. 1110 In altre parole, Roosevelt aspettava per agire che il Comitato di Ginevra si muovesse, e il Comitato di Ginevra trovava nell'inerzia di Roo– sevelt il pretesto di cui aveva bisogno per non far niente: "Dopo di voi, S . ,, 1gnore. Vien fatto di domandarsi, tuttavia, se al Presidente Roosevelt non fa– cesse comodo essere lasciato a non far nulla. Se avesse fatto qualcosa, avreb– be perso gli ammiratori di Mussolini nella campagna elettorale per il Con– gresso, che era allora in pieno sviluppo. Era insuperabile nell'arte di fare le elezioni. 502 8 STIMSON AND BUDDY, On active service, pp. 310-11. 9 The Mineral Sanctions, p. 739. 10 DELL, The Geneva Racket, p. 128. Biblo evd Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=