Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale tare l'opinione mondiale," ma non era desiderabile cercare di usarlo come sostituto per il Patto della Società, e prendere il passo sulle funzioni espli– citamente demandate al Consiglio della Società. 4 Mussolini non aveva bi– sogno di inquietarsi. Quando cominciarono le operazioni militari gli "esperti" di Washington dovevano decidere se - dato che Mussolini non aveva dichiarato guerra - esistesse realmente uno stato di guerra ·o se _regnasse ancora la pace. "Doveva il Governo americano essere il primo ad affermare che esisteva la guerra? " Il ministro americano a Ginevra consigliò di non prendere al– cuna decisione prima che la Società si fosse compromessa. Muovendosi pri– ma di Ginevra, gli Stati Uniti avrebbero seccato gli inglesi e i francesi col forzare loro la mano, e per di piu avrebbero rischiato di essere lasciati in asso qualora la Società non avesse fatto niente. A Washington "era sempre presente il pensiero inquietante che una qualsiasi iniziativa ameri– cana potesse finire in crudele delusione. L'azione della Società fino allora era_stata debole e non forte, evasiva e non diretta ... Se noi andavamo avan– ti avremmo incontrato Mussolini e Laval camminanti a braccetto · nella notte? " 5 Finalmente, fu deciso che lo stato di guerra esisteva realmente, e che il Presidente dovesse annunziarlo prima che Ginevra si muovesse. In questo modo gl'isolazionisti vedrebbero che gli Stati Uniti non avevano p.iente in comune con la Società. Il Presidente quindi proclamò ufficialmente (3 otto– bre) che esisteva uno stato di guerra, e avverti chiunque intraprendesse tran– sazioni di qualsiasi genere con l'uno o l'al~ro dei belligeranti che lo avreb– be fatto a proprio rischio. Sembra che, durante quei primi giorni di ottobre, Roosevelt credesse che la Società delle Nazioni volesse fare sul serio, e fosse pronta a prendere qualche iniziativa decisiva. Concepf perciò l'idea di annunziare anche ai cittadini americani che, se avessero viaggiato su piroscafi dei belligeranti, lo avrebbero fatto a loro rischio e pericolo, e in aggiunta lui avrebbe pub– blicato i nomi dei cittadini americani viaggianti su piroscafi italiani, e i carichi di prodotti americani destinati ad uno dei belligeranti. Ma Hull pre– cisò che Hailé Selassié non aveva piroscafi su cui viaggiatori americani d . d' 'ff . " 1 " " potessero an are, e qum 1 s1 atta sanzione mora e poteva essere con- siderata dall'Italia come un gratuito affronto simile alle sanzioni. " 6 Roo– sevelt insisté per ammonire j cittadini americani che avrebbero viaggiato su piroscafi belligeranti a loro rischio e pericolo, cioè potevano essere silurati dai sottomarini di Hailé Selassié senza che il Governo americano si sentisse obbligato a dichiarargli la guerra. Ma consenti a non minacciarli con la pubblicazione dei nomi. Cosf fu fatto (6 ottobre). Qui, Hull scrive solen– nemente, "era il principio del nostro embargo morale, cosf chiamato per- 500 4 Memoirs, I, p. 427. 5 FEIS, pp. 228-234. 6 Memoirs, I, pp. 428-430. BibloLevd Gino Bianco

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