Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Giocando a rimpiattino con l'America Quando Sir Samuel Hoare informò l'incaricato d'affari americano a Londra che qualora la Società imponesse sanzioni, la Società avrebbe do– mandato agli Stati Uniti di cooperare, Hull dichiarò che il Governo ·ameri– cano non poteva arrivare a nessuna conclusione prima di conoscere piena– mente le ragioni, su cui si sarebbe basata la azione collettiva della Società, e prima di avere una descrizione completa delle misure che sarebbero state attuate. L'idea di Roosevelt e di Hull era che ogni decisione americana in materia doveva essere annunziata prima che la Società delle Nazioni ne prendesse l'iniziativa, - e questo per evitare che gl'isolazionisti accusas– sero Roosevelt di mettersi al seguito della Società (Huu, I, p. 426). La So– cietà non doveva prima agire, e poi domandare agli Stati Uniti di coope– rare. Ma se gli Stati Uniti erano informati in precedenza ufficiosamente su quanto la Società avrebbe fatto, il Governo di Washington avrebbe agito in quel senso prima che la Società annunziasse la sua decisione. In conseguenza, Sir Samuel Hoare informò Hull che il Governo in– glese "avrebbe messo in opera la pressione economica finché fosse possibile, senza arrivare alle vere e proprie sanzioni, nella speranza di limitare la du– rata della guerra," e sollevò il problema di una possibile consultazione se– condo il tenore del P~tto Kellogg (25 settembre). Era ovvio che non sarebbero mai entrate in gioco le sanzioni militari. Perciò, Roosevelt, senza neanche aspettare lo scoppio delle ostilità annun– ciò ufficialmente la lista delle "armi e munizioni di guerra" la cui espor– tazione era proibita verso entrambi i belligeranti (25 settembre). Petrolio, cotone, acciaio, carbone non erano né armi né munizioni di guerra. Co– s1, mentre gl'isolazionisti erano soddisfatti che l'azione degli Stati Uniti non dipendesse in alcu~ modo dalle eventuali decisioni della Società delle Nazioni, anche gl'internazionalisti dovevano esser soddisfatti, dato che non potevano pretendere che il Presidente fosse piu realista del re, cioè dimostrasse maggior zelo od impazienza dei signori di Ginevra. Né gli agenti di Mussolini potevano trovare motivo di lamentarsi che il loro eroe fosse maltrattato. Ad ogni modp, "il Presidente prese sui diritti di neutralità una posi– zione, che apriva la via alle sanzioni economiche anche per gli Stati Uniti, qualora gli Stati della Società delle Nazioni avessero deciso di ap– plicarle all'Italia. 113 E subito Hull informò Hoare (27 settembre) che il suo Governo era sempre disposto a dare il suo appoggio "morale" ad ogni sforzo per arri– vare a un compromesso pacifico della disputa - e questo dopo la conver-. sazione del 17 settembre con l'ambasciatore. americano a Roma e quando "chiunque guardasse realisticamente alla situazione poteya vedere che non e'era nessuna speranza di arrestare con parole o gesti la pazza corsa di Mussolini." Quanto al Patto Kellogg, poteva essere invocato "per mobili- 3 WILSON, Diplomai between Wars, p. 313. 499 Bibloteca Gino Bianco

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