Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla secondà guerra mondiale L'opera del Comitato fu descritta con le seguenti parole da un mem– bro della delegazione francese: "Entusiasmo collettivo, freddezza indivi– duale" (MG. 16-X). E Low, in una delle sue famose caricature, dipinse Laval in atto di chiedere a Sir Samuel Hoare e a Eden : "È ora di chiudere la stalla?" Risposta: "No, il cavallo non ha ancora finito di scappare." Il Comitato dei diciotto era (o faceva le viste di essere) preoccupato che la Germania, non essendo nella Società_delle Nazioni, importasse in Italia illimitate quantità di materiale colpito dalle sanzioni. Sfortunata– mente per il Comitato, il Governo di Berlino informò il Segretariato della .Società che la Germania avrebbe inviato in Italia solamente le "quantità nor– mali" delle varie merci. 5 È chiaro che non era avvenuto ancora nessun definitivo accordo fra Hitler e Mussolini, e che il primo cercava di forzare la mano al secondo. Perciò il Comitato non aveva nessun alibi tedesco, die– tro cui nascondersi. Ma, accumulando cavilli tecnico-giuridici su cavilli tecnico-giuridici,6 si attribui non solo il compito di coordinare l'applicazio– ne delle sanzioni, ma anche quello d'indicare quali sanzioni si dovevano applicare. Cosi facendo, ignorò il Patto della Società, il quale nell'art. 16, paragrafo 1 disponeva che, qualora un membro della Società ricorresse alla guerra in violazione del Patto, tutti gli altri membri della Società erano obbligati a troncare immediatamente ogni commercio e rapporto finanzia– rio e a proibire ogni rapporto tra i propri cittadini e i cittadini dello Stato d 1 P Le 1 ". d. ,, " . ,, trasgressore e atto. paro e 1mme 1atamente e ogni non ammet- tevano scappatoie. Ma la funzione degli esperti e della commissione è sem– pre stata quella d'inventare scappatoie. Inoltre, il Comitato di coordinazione, pur avendo sede a Ginevra, non dipendeva dalla Società: poteva quindi ignorare il Patto. Dopo essersi sbarazzato del Patto, il Comitato decise che ogni Gover– no era tenuto ad applicare sanzioni soltanto se le riteneva necessarie, ma non poteva prendere iniziative unilaterali che andassero al di là di quelle sancite dal Comitato. La famosa "sovranità nazionale illimitata" rimane– va illimitata, per chi non voleva applicare le sanzioni, ma la sovranità na– zionale non era piu illimitata se qualcuno avesse pensato che le sanzioni concordate a Ginevra non fossero abbastanza concludenti; costui non pote– va andare oltre i limiti fissati da Ginevra. "Tutti i cinquanta Stati devono andare di pari passo come ballerini sul palcoscenico affinché l'uno non sorpassi gli altri. 117 Di conseguenza, se qualcuno in Inghilterra protestava che le sanzioni erano insufficienti, Eden poteva ridurlo al silenzio, facen– dogli osservare che il Comitato aveva deciso cosi, e chiunque fosse devoto al "principio" dell'azione "collettiva" era tenuto a obbedire alla "Società delle Nazioni. " 496 5 WILSON, Diplomai between Wars, p. 316. 6 Sono stati spiegati da ToYNBEE, Survey: 1935, pp. 216-8. 7 PERTINAX, Britisb Vacillations, p. .593. Bibloteca Gino Bianco

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