Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale sottraevano al loro dovere rivoluzionario. Guai al Re e alla borghesia italiana se si fossero astenuti dalla guerra contro l'imperialismo germanico! Una ri– voluzione repubblicana e sociale avrebbe punito la loro codardia. fn luglio, agosto e settembre 1914 il Re e la borghesia avrebbero dovuto affrontare una rivoluzione se fossero entrati in guerra. Dal novembre 1914 in poi, la rivoluzione sarebbe scoppiata se non entravano in guerra. Al tempo stesso Mussolini vedeva nella guerra contro il militarismo germanico il mezzo migliore per provocare la rovina della società capitalisti– ca. "Oggi guerra, domani rivoluzione." La rivoluzione sociale sarebbe stata provocata dalla disfatta della Germania, e questa disfatta sarebbe stata la conseguenza dell'entrata in guerra dell'Italia. Quindi il Re e la borghesia italiana erano perduti non solo se non entravano, ma anche se entravano 1n guerra. Il 20 ottobre 1918, quando la guerra stava per finire, Mussolini ricordò che l'Italia era stata, grazie a Mazzini, la culla dell'internazionalismo, e do– veva continuare sulla via che egli le aveva tracciata. Di nuovo il 12 no– vembre 1918 esaltò la "giusta pace," "la pace che reca in una mano l'ulivo e nell'altra l'edera repubblicana." Ma nel gennaio 1919 abbandonò le idee internazionaliste in favore delle piu. estreme dottrine nazionaliste. Un gruppo di mutilati organizzò un convegno a Milano in cui Leonida Bissolati avrebbe dovuto essere l'oratore ufficiale. Bissolati sosteneva che i negoziatori italiani alla Conferenza della Pace dovevano opporsi a qualsiasi politica potesse comunque gettare i semi di nuove guerre. Si era promesso ai soldati una "pace giusta e duratura." Questa promessa doveva essere mantenuta mediante la creazione della So– cietà delle Nazioni "forma superiore di vita internazionale," unico stru– mento capace di "far derivare dalla guerra i divini benefici della liberazione dell'uomo dalla schiavitu della guerra. 112 Mussolini e un gruppo di amici - quegli stessi che in marzo dovevano costituire il primo nucleo del futuro Partito fascista - provocarono violenti disordini e impedirono a Bissolati di pronunciare il discorso. 3 La pace basata sugli "ideali socialisti e libertarii" era diventata per Mussolini una cosa del passato. L'Italia aveva ora urgente bisogno di an– nettersi la Dalmazia, Fiume, l'Asia Minore e il maggior numero possibile di colonie in Africa. Se le nazioni capitaliste - Francia, Inghilterra e Stati Uniti - impedivano l'espansione territoriale dell'Italia, era stupido temerle. Non era con l'inchinarsi e lo strisciare davanti ai "lupi e sciacalli" ameri– cani, inglesi e francesi che l'Italia li avrebbe mossi a pietà. Il miglior modo per l'Italia di disarmare i "terribili alleati" era quello di mostrare i denti. 4 Mussolini incitava le masse italiane a rovesciare il governo incompetente ed inetto e a tenersi pronte a stendere la mano in segno di amicizia ai popoli 26 2 B1ssoLATI, La politica estera dell'Italia, p. 412. 3 MUSSOLINI, Diuturna, p. 15. 4 PI. 15-IV-1919; SCHNEIDER, Making the Fascist State, pp. 27 sgg. BiblutecaGino Bianco

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