Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il principio della fine Nessuna dichiarazione di guerra. Davanti alla mobilitazione generale che Negus ha già annunciato ufficialmente a Ginevra, bisogna troncare assolutamente gli indugi. Ti ordino d'iniziare avanzata sulle prime ore del 3, dico 3, ottobre. Nello stesso tempo il Duce informò pubblicamente il Consiglio dei Mi– nistri che "mentre la Società delle Nazioni si era chiusa in formali labi– rinti di procedure, l'Etiopia aveva completato la mobilitazione di tutte le sue forze con l'intenzione di attaccare i confini coloniali italiani" e di conse– guenza la partenza di divisioni italiane aveva proceduto con ritmo notevol– mente accelerato nei giorni precedenti. Prima di sciogliersi, il Gabinetto pi:ese nota del "cordiale" messaggio ricevuto da Sir Samuel Hoare (v. sopra, p. 484) e "di nuovo" dichiarò che la politica dell'Italia non aveva "alcu– na mira immediata o remota che potesse pregiudicare gl'interessi della Gran Bretagna." (00. XXVII, 152 sgg.) · L'ora della mobilitazione generale in Italia, annunciata il 10 settembre (v. sopra, p. 469), arrivò. Il Duce diede l'ordine alle 15,10 del 2 ottobre. Alle 15,20 il segretario generale del Partito annunciò che il primo segnale per l'adunata sarebbe suonato alle 15,30 e il secondo alle 17,15. Alle 17,15 il segretario ordinò che tutti in Italia si riunissero. Fu uno spettacolo su– perbo. Giornate di prove e la radio lo avevano reso possibile. Alle 19 il segretario del Partito gridò: "Sàluto al Duce." E il Duce parlò:• "Camicie nere della Rivoluzione, uomini e donne di tutta Italia, italiani sparsi per il mondo, oltre i monti e oltre i mari, ascoltate." Il di– scorso era un rimpasto di quelli che Mussolini era andato pronunciando giorno per giorno da mesi. Il mondo fu informato ancora una volta, alla Guglielmo II, che il popolo italiano non avrebbe mai tollerato che gli si negasse "il posto al sole." Alla Lega delle Nazioni, invece di riconoscere i nostri 1 diritti, si parla di sanzioni ... Alle sanzioni economiche opporremo la nostra disciplina, la nostra sobrietà, il nostro ipirito di sacrificio. Alle sanzioni militari risponderemo con misure militari. Ad atti di guerra risponderemo con atti di guerra. Nessuno pensi di piegarci senza avete prima duramente combattuto. IF Il giorno dopo, le truppe italiane cominciarono la avanzata in terri- torio etiopico. Non ci fu dichiarazione di guerra. Mussolini aveva semplice– mente posto l'Etiopia fuori legge. Non era una guerra, ma una spedi– zione coloniale. Augur mandò al New York Times il seguente schema di quanto il Governo inglese si aspettava quale sviluppo della situazione: Primo, Mussolini andrà avanti contro gli etiopici. Secondo, il meccanismo della Società delle Nazioni si muoverà lentamente, macinando un sistema di sanzioni econo– miche. Terzo, frattanto i Governi [inglese e francese] manterranno il contatto con il fatto fosse avvenuto in luglio, la stampa di Mussolini in Italia e fuori lo avrebbe afferrato come pretesto per un gigantesco schiamazzo. 487 Bibloteca Gino Bianco

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