Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale va anche guerra con gl'inglesi? Sapeva benissimo che il Canale di Suez non sarebbe stato chiuso, e che le sanzioni economiche non lo avrebbero se– riamente imbarazzato. Quindi aveva buone ragioni per credere che con l'In– ghilterra non ci sarebbe stata guerra. Aloisi nell'ambiente di Ginevra era incline ad attribuire alla presenza della flotta inglese nel Mediterraneo una importanza che Sir Samuel Hoare nelle note al Duce si sforzava di atte– nuare al massimo possibile. La stagione delle piogge stava per finire. "La percentuale" verrebbe determinata in base ai successi o agli insuccessi mili– tari. In un'intervista con il Daily Mail (18 settembre) il Duce dichiarò che non gli servivano a niente il· deserto salmastro della Dancalia o i ter– reni incolti e sassosi dell'Ogaden. "Si direbbe che il Comitato della Socie– tà mi prenda per un collezionista di deserti." Accettando le sue proposte, l'Italia avrebbe dovuto riportare in patria i 200.000 uomini riuniti in Afri– ca. Orientale come se vi fossero stati mandati per una crociera di piacere. "Questo certamente non sarà fatto in nessun caso." Aloisi non consentf neppure a prender atto ufficialmente delle propo– ste (19 settembre). Arrivò soltanto a spiegare a voce ad uno dei membri del Comitato le ragioni per cui quei suggerimenti erano inaccettabili. La ragione piu seria di tutte era che l'Italia doveva garantire la propria si– curezza contro uno "speciale e pericolosissimo nemico," le cui forze armate erano state portate da specialisti stranieri ad un moderno grado di effi– cienza, accoppiando cosf "barbarie" e "potenti armamenti moderni" - " potenti armamenti moderni" in un paese che non poteva produrre neppu– re un fucile, una mitragliatrice o una bomba! Hailé Selassié non respinse nettamente le proposte, ma circondò l'e– ventuale accettazione di tante riserve che era come se le avesse respinte. Nessun diplomatico incivilito avrebbe potuto essere piu circospetto. Che cosa poteva fare Sir Samuel Hoare di fronte a tale ostinazione? Diè istruzioni a Lord Perth di assicurare a Mussolini (23 settembre) che Sir Samuel "non aveva mai inteso di umiliare l'Italia"; la concentra– zione della flotta nel Mediterraneo non doveva essere interpretata in Italia come una minaccia; Sir Samuel voleva vedere l'Italia "forte e prospera"; il Governo inglese non aveva mai preso in considerazione né sanzioni milita– ri né la chiusura del Canale di Suez; per quanto riguarda le sanzioni econo– miche, non solo egli non intendeva prendere alcuna iniziativa in questa materia, ma era contrario ad un'azione collettiva; per conto suo, egli non chiedeva di meglio che trovare una soluzione onorevole del problema. 6 A Londra fu fatta circolare la voce che ogni possibilità di un conflitto ita– lo-inglese come conseguenza di un'azione britannica isolata in armonia col Patto della Società dellè Nazioni si dovesse escludere; un'azione isolata sa– rebbe stata contemplata solo se fosse diventata necessaria per difendere 1n- 6 VILLAltI, Storia diplomatica, p. 142. 484 Bibloteca Gino Bianco

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